La giustizia è al collasso
L’Oua ricevuta da Napolitano
«La Giustizia al collasso. Abbiamo chiesto al Presidente di sollecitare l’impegno diretto delle istituzioni dello Stato per innescare un processo di riforma del sistema giudiziario che garantisca ai cittadini la tutela dei propri diritti e non carichi sulle imprese, e sull’intero sistema Paese, il costo ulteriore della propria inefficienza, vera palla al piede nei confronti dei concorrenti stranieri. La II Conferenza della Giustizia di ottobre a Roma è una importante occasione per aprire un confronto su questi temi e per trovare soluzioni condivise e complessive». È questo il messaggio che la giunta dell’Organismo unitario dell’Avvocatura ha trasmesso al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso dell’incontro svoltosi oggi al Quirinale. Al Capo dello Stato è stato consegnato un documento (uno stralcio con i punti principali è di seguito) nel quale si analizzano le gravi difficoltà nelle quali versa la Giustizia in Italia. In particolare è stato sottolineato come si tratti ormai di una “crisi cronica” che si protrae da anni, senza alcuna inversione di tendenza ed anzi con un inesorabile allungamento dei tempi dei procedimenti, causa prima delle molte condanne subite dall’Italia in sede comunitaria. Nel documento inoltre si evidenzia l’importanza della II Conferenza Nazionale della Giustizia, programmata dall’Organismo Unitario per il prossimo autunno a Roma (11-13 ottobre), per aprire un confronto a tutto campo su questi temi e per definire una riforma organico di questo settore. Si chiede che finisca l’epoca degli “interventi a costo zero”e che dopo molti anni finalmente si prevedano investimenti adeguati (invece di aumentare ulteriormente il contributo unificato sulla pelle dei cittadini) per far ripartire una macchina ormai inceppata. La Giunta dell’Oua ha ribadito la necessità di approdare ad una netta separazione delle carriere dei magistrati per garantire effettivamente la parità delle parti nel processo. Infine, il presidente Michelina Grillo, ha esposto al Capo dello Stato il malessere dell’avvocatura per la “criminalizzazione” di cui è fatta oggetto ormai da anni: «Gli avvocati sono stati definiti il principale ostacolo al funzionamento della Giustizia in Italia e considerati, esplicitamente o implicitamente, in alcuni provvedimenti proposti anche da questo governo, come semplici evasori fiscali se non pericolosi criminali. La realtà è che in una società moderna, incentrata sempre più su un’economia di servizi, la competenza professionale degli avvocati è uno strumento essenziale di crescita. Disconoscere questo, o peggio criminalizzare un’intera categoria oltre ad essere ingiusto arreca un grave danno a tutto il Paese. In questo quadro, tra l’altro, tutte le organizzazioni di rappresentanza dell’avvocatura sono state tra le poche che hanno avanzato proposte di riforma del sistema capaci di restituire vitalità alla macchina della Giustizia. Meritiamo più rispetto e abbiamo chiesto al Presidente Napolitano di farsi parte attiva di una rinnovata attenzione della politica nei confronti dell’avvocatura».