Nasce a Salerno il Partito Demografico
Si chiude con una proposta forte la seconda Conferenza nazionale dei giovani professionisti
I giovani professionisti, che si sono dati convegno a Salerno, lanciano
l'idea del partito demografico: una corrente di pensiero trasversale che valorizzi
il merito, per consentire ai migliori di emergere. È questo
il leit-motiv della seconda conferenza nazionale dei giovani professionisti,
intitolata “Liberare le energie: partecipare è decidere” svoltasi la
scora settimana a Salerno. La conferenza è organizzata dall'Associazione
italiana giovani avvocati, dall'Unione nazionale giovani dottori
commercialisti, dall'Associazione italiana giovani notai, dal Coordinamento
nazionale giovani architetti, dal Coordinamento nazionale giovani ingegneri e
dall'Unione nazionale giovani ragionieri commercialisti. Valter Militi , Aiga, Michele Testa, Giovani Commercialisti, Raffaele Marcello, Giovani Ragionieri, Dario Ricolo , Giovani Notai, Marco Ghionna,
Giovani Ingegneri, Elisabetta Mazzola,
Giovani Architetti hanno aperto i lavori della
Conferenza. La
prima sessione, svoltasi il 29 giugno, è stata dedicata alle «classi dirigenti
nella società liquida: ponti o dighe?». Al dibattito hanno preso parte Benedetto Della Vedova, commissione
Finanze della Camera, Raffaele De Mucci, ordinario di Scienza Politica Università Luiss di Roma, Luca Josi, imprenditore, Erminia Mazzoni, Udc , Giuseppe Sileci, vice presidente dell'Aiga, Roberto Manzione vicepresidente Commissione Giustizia Senato e Pierluigi Mantini, Responsabile
Professioni della Margherita . «Le
giovani generazioni dei professionisti – ha detto Militi – sono penalizzate da sbarramenti anagrafici
che ne limitano artificiosamente la crescita». Per cui, ha continuato il leader dell'Aiga,
«A nulla serve acclamare la globalizzazione e
la concorrenza, ed ancor meno chiedere ai servizi professionali di adeguarsi
forzatamente alla nuova realtà, se poi ci si affanna a tenerne al riparo ampi e fondamentali settori della società ». Per Mazzoni, che ha ricordato l'incontro che si è svolto a
Roma presso Palazzo Marini, lo scorso 5 giugno, tra parlamentari under 45 e
giovani professionisti, «Di fronte all'immobilismo dell'apparato istituzionale condivisibilissima l'iniziativa di muovere le intelligenze
e le energie con una spinta dal basso». «Credo - ha
continuato Mazzoni - che la provocazione lanciata dal
coordinamento delle giovani professioni vada in questa
direzione, la raccolgo con spirito positivo sentendomi giustamente colpita
dalla critic e impegnata nella proposizione
costruttiva che ne deriva». Josi , giovane manager quarantenne
ed ex politico convinto che «Una
democrazia si può dire davvero compiuta solo quando la sua classe dirigente è
capace di rigenerarsi» ha lanciato nel marzo scorso un
«Patto generazionale» che impegna chi lo sottoscrive, una
volta raggiunti i 60 anni, a lasciare o non accettare un ruolo di leadership. «Siamo felici – ha aggiunto Josi – perché abbiamo incassato una solidarietà di fatto
dal già presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
che oggi in un'intervista a "Repubblica" ha dichiarato che sarebbe
favorevole a sottoscrivere un disegno di legge che stabilisca che all'età di 55
anni non si possono più ricoprire primari incarichi nelle istituzioni
pubbliche». Per Riccardo Scocozza, presidente della Cassa forense «La seconda conferenza dei giovani
professionisti ha un'importanza rilevante in questo momento in cui è in atto un
ricambio generazionale e quindi iniziative come questa servono
a far emergere i giovani che devono prendere in mano il timone. Sono convinto
che la Cassa debba intraprendere questa strada». Raffaele De Mucci, ordinario di Scienza
Politica Università Luiss di Roma, è convinto che
«Non solo del ricambio generazionale ha bisogno la classe dirigente che non
c'è: ci sono molte altre carenze di cultura civica che
occorre colmare. Ancora una volta - ha
continuato De Mucci - troviamo
che la politica costituisce una barriera».
«Il dialogo tra professioni, politica e tutte le altre componenti della società – ha sostenuto Giuseppe Sileci, vice presidente
dell'Aiga – è fondamentale nel momento in cui la competizione non è più
interna, solo tra classi sociali, ma è globale». In quest'ottica, ha continuato
Sileci, la politica deve rinnovarsi e diventare il
punto di sintesi, catalizzatore e moltiplicatore delle
migliori energie del Paese. Di contro, la società civile deve adoperarsi per
consentirne il miglioramento e la trasformazione attraverso una costante
interlocuzione con la politica. La seconda sessione, in programma sabato 30
giugno, ha affrontato il tema «Meritarsi il futuro: il coraggio di innovare
oltre le riforme senza progetto». Al dibattito, hanno preso parte Gianluigi Cassandra, giunta Aiga, Marco Ghionna,
presidente del Coordinamento nazionale giovani ingegneri, Luigi Li Gotti, sottosegretario al
ministero della Giustizia, Pantaleo
Greco, vice presidente dell'Associazione nazionale giovani agricoltori, Roberto Manzione,
vice presidente della commissione Giustizia del Senato, Mara Carfagna , commissione Affari
costituzionali della Camera Raffaele
Marcello, presidente Unagraco, Elisabetta Mazzola, Coordinamento
nazionale giovani architetti, Catia Polidori, presidente Giovani Confapi
e Rino Sica, ordinario di Diritto
comparato Università di Salerno. «Il partito demografico – ha spiegato Valter Militi ,
presidente dell'Aiga – lungi dal tradursi in una nuova compagine politica,
vuole lanciare l'idea di una piattaforma comune tra i giovani del Paese, che
leghi professionisti, imprese, mondo politico e sindacale, evitando contrapposizioni
tra soggetti e categorie che alimentano solo pericolosi conflitti
sociali». Del bisogno di una maggiore
qualificazione ha parlato Manzione, che ha chiesto ai
giovani professionisti una maggiore consapevolezza per quello che sta accadendo
e che stanno vivendo. Del resto, ha concluso Manzione, bisogna immaginare le professioni come un punto
di partenza e non di arrivo. Li Gotti , ha sostenuto
che «La politica può lanciare una sfida ma a raccoglierla devono essere i
giovani professionisti». Tuttavia, ha ammesso Li
Gotti, nelle professioni le nuove generazioni vengono viste come una sgradevole
concorrenza in un mercato che diventa sempre più stretto. Cassandra ha spiegato
che «la seconda conferenza dei giovani professionisti è animata da un grande
auspicio promuovere un patto tra le nuove generazioni per sconfiggere la
gerontocrazia e permettere il ricambio della classi dirigenti del Paese ». Per Polidori, «Quello che manca al nostro Paese è un vero
ricambio generazionale, un ricambio di persone, ma anche di idee:
non servono le riforme se a promuoverle continua ad essere una classe politica
che è essa stessa la causa del problema». «L'Alleanza tra giovani
professionisti – ha detto Ghionna – vuole dare
risposta concreta alla azione in itinere di disgregazione
delle parti professionali». Del resto, ha continuato Ghionna,
«Non si abbattono le logiche lobbistiche rimpiazzando
i vecchi oligopoli con i nuovi». Per Mazzola, è
necessario battersi per la meritocrazia creando tavoli d'intesa allargati agli
Enti locali. Alla tavola rotonda dal tema «Il partito demografico: meno rendite
più talento» hanno preso parte Paola Balducci, commissione Giustizia della Camera, Enrico Buemi,
commissione Giustizia della Camera, Giampiero D'Alia,
commissione Affari costituzionali della Camera, Valter Militi, presidente dell'Aiga, Dario Ricolo, presidente dell' Associazione italiana giovani notai, Michele Testa, presidente dell'Unione
nazionale giovani dottori commercialisti e Massimo
Villone, commissione Affari costituzionali del
Senato. Secondo Testa, «bisogna scardinare il sistema e dare più spazio alle
risorse giovani». Della necessità di un cambiamento meditato e lungimirante
delle regole professionali, ha parlato Ricolo, a
condizione, però, che non sia affidato alla
decretazione d'urgenza.