Casse di previdenza: arriva il decreto per le proiezioni più lunghe
Ma resta da definire la durata delle valutazioni a 30 o a 50 anni
In arrivo un decreto interministeriale sulle proiezioni nel lungo periodo per certificare la salute economica delle Casse di previdenza private. I tecnici del ministero del Lavoro sono al lavoro per tirare le somme sui parametri da dettare per rendere più chiari e uniformi i bilanci tecnici delle Casse privatizzate (cioè delle valutazioni che misurano i saldi tra entrate ed uscite, proiettandoli nel futuro). Ma alcuni punti fermi cominciano ad emergere. Come l’opportunità di stabilire tavole di mortalità ad hoc per i professionisti, che in media vivono più a lungo degli altri lavoratori. Ancora da definire, invece, la proposta avanzata dal Nucleo di valutazione della spesa pensionistica (che ha inviato nei giorni scorsi al ministero le proprie indicazione in materia) di portare a 50 anni le proiezioni attuariali delle Casse, che attualmente realizzano tutte proiezioni a 30 anni. Lo ha annunciato ieri Giovanni Pollastrini, rappresentante del ministero del Lavoro, nel corso del suo intervento al convegno su “I nuovi criteri di redazione dei bilanci tecnici” organizzato ieri a Roma dall’Adepp e da Inarcassa, la Cassa di previdenza degli architetti e degli ingegneri. A fronte della richiesta reiterata ieri dal presidente dell’Adepp, Maurizio de Tilla, di lasciar cadere l’idea delle proiezioni a 50 anni che “rischia di paralizzare la previdenza privata”, Pollastrini ha chiarito che “l’indicazione in questo senso del Nucleo di valutazione è “un’eventualità” da considerare. Come dire che non è un diktat. Su questo punto, dunque, c’è ancora spazio per una trattativa, che le Casse pressano per concludere con un via libera delle proiezioni a 30 anni, come stabilito dalla legge. Una posizione che porteranno avanti quando saranno convocate al ministero, prima della fine di luglio. Un altro parametro sul quale è puntata l’attenzione dei tecnici è quello relativo alle tavole di mortalità, che secondo la relazione del presidente del Consiglio nazionale degli attuari, Giuseppe Orrù, “andrebbero costruite ad hoc per i professionisti, che hanno una sopravvivenza più elevata rispetto alla popolazione generale”. Un’idea sulla quale Pollastrini si è detto pienamente d’accordo. Altra questione ancora in discussione, poi, il criterio per misurare il flusso di iscrizioni alle Casse, che secondo l’Adepp dovrebbe essere differenziato in funzione delle specificità di ogni categoria di iscritti ai diversi enti. Sugli altri parametri, come ad esempio l’incremento dei redditi (legato all’incremento generale del pil pro-capite) o il rendimento patrimoniale (commisurato al tasso di rendimento medio del patrimonio), un accordo sembra più facile. Tanto che al ministero del Lavoro sarebbe già pronto lo schema di decreto che porterà la doppia firma del ministro del Lavoro e del ministro dell’Economia. “Abbiamo già svolto diverse riunioni tecniche con ministero dell’economia e abbozzato uno schema di decreto sul quale è doveroso sentire ora le Casse, che saranno convocate prima della fine di luglio”, ha detto Concetta Ferrari Rossi, della direzione previdenza del ministero del Lavoro. Le Casse, del resto, come ha sottolineato Paola Muratorio, presidente di Inarcassa, stanno mettendo in campo “tutte le riforme necessarie ad assicurare sostenibilità dei conti e adeguatezza delle pensioni”. L’Adepp con l’incontro di ieri ha avviato un ciclo di appuntamenti, “I simposi della previdenza privata”, con l’obiettivo di discutere con esperti e operatori dei problemi di attualità della previdenza dei professionisti e delle loro possibili soluzioni, e allo stesso tempo avvicinare il pubblico a questa materia. Alla tavola rotonda hanno partecipato, tra gli altri, Francesco Amoruso, vicepresidente della commissione lavoro del senato, Alberto Brambilla, vicepresidente del Nvsp, Giuliano Cazzola, esperto di previdenza, Laurea Crescentini, vicepresidente Epap, Alessandro Lombardi, presidente Enpav, Roberto Maroni, già ministro del Welfare, e Antonio Pastore, presidente della Cassa dei dottori commercialisti.