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Pediatri difensori e garanti dell’infanzia

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Inizia oggi a Bologna il congresso della Federazione Italiana Medici Pediatri

Di Giuseppe Mele (Presidente Fimp)


La salute dei giovani è per tutti il bene più prezioso: da essa dipende il futuro stesso di un Paese, ed è per questo che occorre un impegno sempre maggiore affinché il Servizio Sanitario Nazionale garantisca in modo uniforme prestazioni di qualità. Tale impegno si colloca in un momento in cui l’organizzazione sanitaria sta vivendo la fase più delicata del complicato passaggio di competenze tra le Istituzioni. Ciò comporta difficoltà nel rapporto tra competenze del Governo e delle Regioni per il soddisfacimento dei bisogni di salute dei cittadini, che richiedono sempre più attenzione verso le patologie emergenti e le cure territoriali, il sistema di urgenza ed emergenza, l'obsolescenza degli Ospedali, ma anche circa le diversità tra Regione e Regione, in termini di quantità e qualità dei servizi erogati, problemi che sono stati finora posti sul tappeto, ma certamente non risolti. Per questi motivi, l’avvenire del modello sociale e sanitario italiano e l’efficacia delle politiche pubbliche sono da porre al centro del dibattito congressuale. Come garantire un’assistenza adeguata per i giovani? Come conciliare vita familiare e sviluppo dell’individuo? Quali politiche per le nuove generazioni? Quali tipi di sostegno concreto possono ottenere le famiglie? Come promuovere la “prossimità” con i vecchi e nuovi handicaps e combattere l’esclusione da isolamento? Le politiche, siano esse sanitarie o sociali, devono oggi fronteggiare domande sempre più numerose e differenziate da parte dei ragazzi. Esse, quindi, non si possono più limitare a rispondere ai disagi tradizionali con interventi “a posteriori”. È per questo che per la FIMP una politica sanitaria e sociale realmente moderna non può più essere quella di un’offerta indifferenziata di prestazioni e servizi. Noi siamo convinti che Universalismo e selettività non sono termini contrapposti. Occorrono misure flessibili, ritagliate sulle esigenze delle comunità territoriali e gestite con efficienza a livello locale. Al settore di nostra competenza professionale è assegnato dalla Storia un ruolo inedito, che conferma la nostra grande capacità di rendere possibile ciò che, apparentemente, sembra irrealizzabile: un futuro migliore! Per realizzarlo, però, dobbiamo passare da una concezione statica dell’uguaglianza sanitaria e sociale ad una concezione di tipo dinamico, basata su una scommessa sul futuro più che sulla pura e semplice difesa del presente. Questo implica favorire procedure decentrate e programmi obiettivo. Insomma, per noi è fondamentale favorire rapporti cooperativi tra centro e periferia, sia in ambito sanitario, sia in quello sociale. Una nuova domanda sanitaria e sociale sta emergendo chiaramente, destinata a influenzare le politiche di domani. Occorre pertanto governare processi di mutamento demografico che incidono sulle strutture base del Paese, ovvero sulla famiglia, sui modi in cui la solidarietà si esprime e si proietta, sullo sviluppo delle nuove generazioni. In questa ottica pensiamo di poter dare il nostro contributo con proposte relative non solo alla pediatria in quanto tale ma anche ai suoi determinanti, tra cui un ruolo cardine ha proprio la famiglia.
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