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La vostra proposta di legge ci piace

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Berardino Canalini, presidente del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali, scrive a Mantini e Chicchi

Cari Onorevoli Pierluigi Mantini e Giuseppe Chicchi,

desidero innanzitutto manifestare il mio compiacimento e quello dei colleghi del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali per la bozza del progetto di legge di riforma delle professioni. Un significativo passo in avanti, giacché il testo di base, presentato alle Commissioni Giustizia e Attività Produttive della Camera, costituisce un’evidente novità: una serie di principi, che tengono conto di tutte le proposte parlamentari, del disegno del Governo e del fondamentale contributo emerso nel corso delle audizioni con gli Ordini professionali.

Naturalmente, nell’apprezzamento complessivo della bozza, a parte qualche riserva su alcuni aspetti particolari di cui faremo cenno, desideriamo sottolineare la nostra soddisfazione: in particolare, per l’articolo 5, relativo alla trasformazione di Ordini e Collegi, che istituisce l’Ordine dei Tecnici Laureati per l’Ingegneria, nel quale sono iscritti i soggetti in possesso di titoli di studio universitario triennale di matrice tecnica, nonché i professionisti attualmente iscritti agli Albi professionali dei Geometri, dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati e dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati.

E’ la prima volta, finalmente, che esiste un progetto di legge delega scaturito dal lavoro di Commissioni Parlamentari con questa precisa indicazione. Da parte nostra vogliamo subito ribadire che questa, come più volte auspicato e richiesto, è la strada giusta, soprattutto perché l'Albo delle professioni tecniche di primo livello rappresenta lo sbocco naturale dei laureati triennali.

E questo vuol dire conformarci all’Europa e riconoscere che i profili tecnici triennali sono la naturale evoluzione dei tecnici diplomati ormai ad esaurimento. Finalmente si potrà realizzare quanto previsto dalla Direttiva Europea 89/48 “relativa ad un sistema generale di riconoscimento dei diplomi d'insegnamento superiore che sanzionano formazioni professionali di una durata minima di tre anni”. Una direttiva che riconosceva una realtà già esistente in diversi Paesi europei ma che in Italia è stata parzialmente e malamente affrontata soltanto nel 2001, quando venne varato il discusso Dpr 328.

Ecco perché noi riteniamo che l’istituzione dell’Ordine dei Tecnici Laureati per l’Ingegneria rappresenti l’unica strada percorribile anche per eliminare i problemi che questo Dpr ha causato nel sistema professionale.

Nel nostro Paese, infatti, l’ordinamento attuale, proprio in virtù del 328, impone il possesso della laurea triennale per l’iscrizione all’Albo dei Periti Industriali, ma poi permette al giovane, laureato in una delle classi di laurea triennale indicate nel regolamento, di accedere indifferentemente, addirittura, a sei diversi Albi professionali acquisendo, così, titoli e competenze diversi.

Per noi Periti Industriali, in particolare, si pone il problema che all’interno dello stesso Albo convivono due titoli: quello tradizionale di Perito Industriale e quello di Perito Industriale Laureato acquisito in conseguenza dell’iscrizione all’albo con la laurea triennale: dunque un’inevitabile confusione anche tra i professionisti appartenenti alla stessa categoria. Cosa che, noi speriamo, potrà essere definitivamente risolta proprio con la creazione di un Albo unico.

Del resto, il testo dell’articolo 5 non fa che allineare la legislazione italiana alla Direttiva europea 2005/36, laddove sono previsti cinque livelli professionali, ponendo al V livello il laureato quinquennale e al IV livello il laureato triennale e stabilendo pertanto una netta distinzione tra i due livelli di professionalità. La stessa Direttiva prevede solo per norma transitoria – così come giustamente ripreso sempre nell’articolo 5 – la collocazione al IV livello professionale dei diplomati tecnici che già oggi, in virtù delle leggi del Paese di appartenenza, svolgono attività di progettazione nel settore ingegneristico. Nel nostro Paese questi professionisti sono i Geometri, i Periti Agrari e i Periti Industriali, che da circa ottant’anni operano nel settore dell’ingegneria, con competenze sancite da norme di legge, per la progettazione, la direzione dei lavori e il collaudo delle opere pubbliche e private sia nel processo edilizio, sia nel settore impiantistico.

Desideriamo, inoltre, manifestare il nostro consenso a quanto prevedono gli articoli 16 e 17 relativi rispettivamente al tirocinio ed esame di Stato e Scuole di formazione e corsi di aggiornamento professionale. Perché non solo si ribadiscono le condizioni e i requisiti del tirocinio professionale per l’ammissione all’esame di Stato, ma si fa riferimento alla possibilità per gli ordinamenti di categoria di istituire apposite scuole di formazione anche con la partecipazione di Amministrazioni pubbliche o Istituti di formazione. Ma soprattutto si riafferma la necessità che gli Ordini provvedano all’ aggiornamento professionale dei proprio iscritti, ribadendo in questo modo un concetto, quello della formazione continua, che noi come Consiglio Nazionale abbiamo da tempo disciplinato.

Facevamo cenno ad alcuni punti della bozza di riforma, sui quali va invece la nostra riserva: in particolare il riconoscimento delle associazioni e la possibilità per queste ultime di rilasciare attestati di competenza ai proprio iscritti (articoli 27 e 29).

Noi riteniamo assolutamente ingiustificato riconoscere alle associazioni di soggetti non iscritti ad un Albo professionale la possibilità di rilasciare attestati di competenza, perché questo mortifica tutti quei professionisti che sono regolarmente iscritti agli Ordini e che possono operare sulla base di competenze stabilite con leggi dello Stato, proprio per tutelare l’interesse del cittadino.

Al di là di questi rilievi, cari Onorevoli, la bozza rappresenta certamente un grande passo in avanti che va verso quella riforma più ampia da noi prospettata anche al Presidente del Consiglio Romano Prodi. In una lettera del giugno scorso, infatti, abbiamo sottolineato l’urgenza di riforme organiche affinché il nostro Paese e i nostri giovani tornino ad essere competitivi. Una competitività assicurata da un sistema di formazione adeguato, attraverso una riforma strutturale e omogenea che realizzi un ponte lungo tra formazione e professione.

Questo Vostro Progetto di legge va in questa direzione, anche perché l’identificazione dei tecnici che operano nel settore dell’ingegneria viene finalmente adeguata al linguaggio comunitario e internazionale.

Con sentiti ringraziamenti, unitamente a sinceri sentimenti di stima e di considerazione per quanto state facendo nell’interesse della collettività, porgiamo distinti saluti.

 

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