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Le Class Actions sono una scelta sbagliata

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Negativo il giudizio dell’Avvocatura sulle norme della finanziaria

Sconcerto e preoccupazione dinanzi ad un blitz inatteso che introduce nell'ordinamento le azioni collettive in totale spregio alle indicazioni di merito che l'avvocatura aveva formulato in audizione e in numerosi documenti. Questo è stato il primo commento di Michelina Grillo, presidente dell'Oua dopo il voto del Senato. Sulla stessa linea Valter Militi, presidente dell’Aiga, che definisce la norma una “Fals Action”. “Il tema delle azioni collettive – ha detto la Grillo - è da sempre un tema di grande attenzione per l'OUA sia per l'impatto sul rito processuale e sulla professione, quanto per la tutela dei diritti dei cittadini. Nessuna chiusura, quindi, nei confronti dell'innovazione da parte dell'Avvocatura organizzata, ma una giusta cautela di fronte ad eccessi di entusiasmo ed imitazioni servili. Ci riserviamo di fare un ulteriore e più approfondito commento del testo. Ma ad una prima analisi giudichiamo preoccupante la posizione poziore attribuita alle associazioni dei consumatori e degli utenti, quali legittimati attivi nella proposizione delle cause collettive. Più di una perplessità desta poi la inattesa previsione della attribuzione a decreto ministeriale per l'individuazione di ulteriori associazioni di consumatori, investitori, ed altri soggetti portatori di interessi collettivi legittimati ad agire, non meglio identificati”. Tra le numerose ombre messe in luce dall'Avvocatura, ancora una volta inascoltata, non va dimenticato che la class action è stata ideata come uno strumento di bilanciamento dello strapotere del mercato, situazione che non è certamente esistente in Italia. In un momento, poi, in cui si persegue, o si dice di perseguire, il rilancio dell'economia del Paese, non può tacersi l'azione di risarcimento collettivo potrebbe comportare rischi economici elevati ed insostenibili per le imprese in caso di sentenze sbilanciate. E oltretutto la class action non riduce il contenzioso. Uno dei problemi è costitutivo dall' “arbitrarietà” con la quale verrebbero scelte le cause dai soggetti legittimati. Bisogna prendere atto che detto strumento è oggi peraltro messo in discussione negli stessi paesi in cui è nato. Insomma, la class action pone rilevanti problemi applicativi e sistematici. L'Organismo Unitario dell'Avvocatura conferma l'attenzione ai tentativi di realizzazione di una procedura efficiente per la risoluzione delle liti seriali e collettive; nella quale vede un potente strumento di deflazione dell'attività giudiziale, auspicabilmente in concorso con procedure di conciliazione di massa o individuali. È disponibile a recepire l'innovazione se corrispondente a criteri di concretezza ed efficacia e di legittimità costituzionale; ed e anzi pronta a partecipare attivamente all'opera di innovazione. Delusi e stupiti i Giovani Avvocati. “Abbiamo dato –ha dichiarato il Presidente dell’Aiga Valter Militi - il nostro contributo a un tema importante, quale quello della class action, e lo stesso hanno fatto tante altre categorie del paese, nel tentativo di fornire una risposta adeguata alla domanda di giustizia. Siamo costretti a prendere atto del disprezzo nei confronti della Commissione Giustizia della Camera. La norma varata dal Senato ha in realtà introdotto una “fals action”, utile solo come pubblicità al Politburo delle Associazioni dei Consumatori riunite nel Cncu. I limiti obiettivi – ha continuato Militi – sono stati riconosciuti anche dallo stesso presentatore Sen. Manzione, e nonostante questo la norma è stata posta in votazione. Ci domandiamo che senso abbia produrre strumenti inadeguati, destinati a rimaneggiamenti e rivisitazioni. E riflettiamo su come, ancora una volta, il diritto effettivo dei cittadini sia ostaggio di uno scontro politico nel quale non c’è spazio per il dialogo e per la sintesi”.
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