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Io i contributi me li autoriduco

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Singolare protesta del presidente nazionale della Lapet, Roberto Falcone, che ha deciso di non pagare per intero le aliquote contributive

Il presidente della Lapet non paga le aliquote contributive. O, meglio, non le versa per intero. Per protestare contro l’innalzamento repentino per tutti gli iscritti alla Gestione separata Inps delle aliquote dal 18,70 al 23,50 per cento, il numero uno dell’associazione nazionale dei tributaristi, Roberto Falcone, ha infatti deciso di versare i propri contributi secondo la vecchia percentuale. Obiettivo, dimostrare che le attuali norme costituiscono una palese violazione dei principi costituzionali di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. E non solo. La Lapet vuole anche rendere evidente l’inefficacia del mezzo utilizzato dal governo per contrastare la precarietà del lavoro flessibile. Un obiettivo che a parere dei tributaristi meglio si potrebbe raggiungere attraverso il salario ed il sostegno al reddito al termine del rapporto di lavoro, con incentivi e progetti di riqualificazione e ricollocazione, che rendano il lavoro flessibile più sicuro. Per quel che concerne l’intento della Lapet di arrivare a sollevare questione di illegittimità dinanzi alla Corte costituzionale, sembra questa l’unica strada al momento percorribile, visto che finora gli incontri tra il presidente Falcone ed il ministero del Lavoro non hanno prodotto alcun effetto nonostante le garanzie del dicastero e l’impegno ad inserire una presa d’atto formale dell’attuale situazione nell’ambito del collegato alla Finanziaria 2008. “Abbiamo più volte segnalato – spiega il presidente Falcone – che l’innalzamento delle aliquote contributive con l’intento di disincentivare i datori di lavoro alla sottoscrizione di contratti ex co.co.co a tempo determinato, creerà disparità di trattamento all’interno della stessa cassa previdenziale, alla quale sono iscritti anche gli autonomi, che versano per intero e a loro carico tali somme. E’ perciò inevitabile – prosegue Falcone – che le stesse graveranno ulteriormente sui professionisti, molti dei quali si vedranno addirittura costretti a chiudere i propri studi visti gli eccessivi costi tributari e previdenziali”. Adesso l’Istituto di previdenza procederà alla formale contestazione di insufficiente versamento permettendo quindi l’attivazione delle vie giudiziarie con remissione degli atti alla Corte costituzionale per disparità di trattamento derivante dall'applicazione dell'articolo 1, commi 770 e 788, della Legge Finanziaria 2007. Intanto, proseguono le trattative con le altre categorie professionali per la costituzione di una cassa previdenziale alternativa alla gestione separata Inps al fine di ridurre l’onere contributivo. Progetto che Falcone ha già preannunciato al ministro del Lavoro Cesare Damiano.
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