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In Italia da troppi anni manca una politica coerente sulla giustizia

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di Michelina Grillo Presidente Oua

In Italia, da troppi anni, non c’è una politica coerente sulla giustizia, le maggioranze che si alternano al governo del Paese azzerano quanto fatto da chi li ha preceduti e si va di emergenza in emergenza: ora il decreto sicurezza, ieri l’indulto e la riforma dell’ordinamento giudiziario, solo per citare gli esempi più noti e più attuali. L’unico dato di fatto è il disagio dei cittadini nei confronti di un sistema lento e farraginoso che produce processi lumaca e che mortifica il diritto alla difesa. In questi anni le uniche costanti sono state quelle di investire poco nel sistema giustizia e di non dialogare sufficientemente con chi sta in trincea tutti i giorni. Eppure, proprio dal territorio arrivano le esperienze più interessanti, ma poco valorizzate, di collaborazione tra gli operatori del settore, basate sulla ricerca dell’efficienza e della buona amministrazione, come dimostrano gli esempi virtuosi di Torino, Varese e Bolzano. La II Conferenza nazionale della Giustizia (Roma 11-13 ottobre) - ha continuato il presidente dell’Oua – ha dimostrato che il dialogo tra tutti gli operatori del settore è non solo auspicabile, ma possibile. L’avvocatura sta mettendo in campo, in questi mesi, una grande capacità di innovarsi e sta costruendo insieme a tutte le professionalità del sistema giustizia un fitto calendario di iniziative per prefigurare una proposta forte di riforma della macchina giudiziaria. Abbiamo definito questo percorso: “La rete dei saperi per la Costituente per la Giustizia”. Processo che culminerà l’anno prossimo, in autunno, con il Congresso Nazionale Forense di Bologna.
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