I medici pronti allo scontro sul contratto
Biasioli (Cimo): non siamo disposti a regalare 450 milioni al Governo
Rispetto delle regole, ma pugno duro. E, soprattutto, nessuno sconto in materia di rinnovo contrattuale. Ad annunciare le maniere forti è il sindacato dei medici dirigenti Cimo-Asmd che, a inizio gennaio, sarà impegnato insieme alle altre sigle sindacali nella trattativa per il rinnovo contrattuale dei camici bianchi. Trattative che sono iniziate ieri per gli operatori del comparto sanitario, ma che hanno fatto registrare subito uno stop. "I sindacati confederali - sottolinea in una nota Biasioli - ha infatti constatato che il biennio 2006-2007 del comparto è sottofinanziato per 240 milioni di euro. A gennaio toccherà ai medici, ma sia chiaro fin da ora - puntualizza il numero uno della Cimo - che nessun medico pubblico d'Italia è disposto a regalare al Governo i 450 milioni di euro necessari per un contratto decente, con l'indecenza di una trattativa che inizierà 25 mesi dopo la scadenza del precedente contratto". Biasioli passa quindi all'attacco del Governo e del presidente del Consiglio."Romano Prodi - sottolinea - con la Finanziaria 2007 ha tolto ai medici quanto questi avevano recuperato nel 2004-2005. Prodi, con la tredicesima di quest'anno, ha massacrato i camici bianchi togliendo loro circa 200 euro e negando 450 milioni necessari per il contratto. I medici sembrano però essere pronti a battagliare per rivendicare le loro ragioni, promettendo 'carbone' a Prodi e ai ministri dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa e della Salute Livia Turco. "La trattativa contrattuale di gennaio - afferma - farà esplodere un contenzioso terrificante all'interno della sanità pubblica". I camici bianchi sono infatti pronti a usare il 'pugno duro', pur rispettando le regole. "È sufficiente - spiega Biasioli - che adottino un orario di lavoro strettamente contrattuale e che effettuino le prestazioni specialistiche rispettando rigidamente la tempistica fissata dalle diverse società specialistiche. Il Governo infatti - conclude - non ha mai ringraziato i medici per i miliardi di prestazioni ambulatoriali effettuate in aggiunta all'attività ordinaria".