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Giù le mani dai turni di lavoro dei sanitari

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No alla facoltà per le Regioni prevista in Finanziaria di allungare a piacere l’orario di lavoro del personale del Servizio Sanitario

"Siamo enormemente allarmati dinanzi al disposto della Finanziaria 2008 relativo alla facoltà data alle Regioni e quindi alle aziende sanitarie locali di allungare l’orario di lavoro del personale del Servizio Sanitario a piacere, contravvenendo alle norme stabilite dall’Unione Europea. Nel Lazio gli infermieri già abbondantemente sottorganico per almeno 3000 unità sono sottoposti a turni massacranti per cui qualora la Regione Lazio dia seguito all’applicazione del suddetto disposto ricorreremo alla Corte di Strasburgo per questa grave violazione delle norme comunitarie sul riposo psico-fisico degli operatori sanitari". È quanto ha dichiarato il segretario regionale della Fials Confsal, Gianni Romano, in merito all’articolo 3 comma 85 della Legge Finanziaria 2008 estremamente dannoso e discriminatorio per il personale del ruolo sanitario del SSN (Medici, Infermieri, Tecnici di laboratorio, Tecnici di radiodiagnostica, Ostetriche, Veterinari). "Infatti per quanto concerne l’ipotesi di prolungamento dei turni di servizio si deve di norma – continua Romano – fare riferimento alle vigenti disposizioni contrattuali in materia di orario di lavoro nel rispetto dei principi generali della protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori. Invece quel che vorrebbero le nuove disposizioni è calpestare proprio la tutela del comparto socio-assistenziale e di conseguenza anche la qualità di offerta sanitaria da erogare al paziente. Il cittadino infatti ha il sacrosanto diritto di pretendere personale sanitario non affaticato da turni prolungati e non stressato a causa del mancato riposo che sia diurno o notturno. Per questi motivi riteniamo inaccettabile la sola ipotesi di applicazione da parte della Giunta Marrazzo di questa disposizione che peraltro dà la possibilità di essere utilizzata attraverso i contratti integrativi aziendali - precisa Romano -. Vale a dire che ogni azienda potrebbe fare ciò che vuole in barba alla normativa Europea e trattenere in servizio il personale ben oltre le 13 ore consecutive. Per questi motivi ribadiamo con forza che semmai l’esecutivo regionale volesse portare avanti questi presupposti si renderebbe responsabile di abolire il diritto al riposo giornaliero minimo di 11 ore consecutive, diritto che vale per tutti gli altri lavoratori sia pubblici che privati, per questi motivi – conclude Romano – invitiamo il Presidente della Regione Piero Marrazzo di occuparsi piuttosto di rispettare la domanda di assistenza che viene richiesta a più voci dalla cittadinanza e di ottemperare alla pesantissima carenza di organici infermieristici".
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