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Giustizia nel caos

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Fermi gli avvocati a Napoli e i Penalisti in piazza a Roma

Uno sciopero e una contromanifestazione che si terrà a Roma il 23 gennaio, qualche giorno prima cioè delle cerimonie ufficiali di inaugurazione dell'anno giudiziario. Gli avvocati aderenti all'Unione delle Camere penali si preparano a protestare con iniziative senza precedenti contro quello che ritengono un rito vetusto, ripetitivo e inutile e che di fatto esclude la loro categoria. Sinora si erano limitati a disertare le manifestazioni che si tengono in Cassazione (quest'anno il 25) e nelle Corti d'appello (il 26). Ma stavolta hanno deciso di alzare la posta con una propria inaugurazione nella quale forniranno i loro dati sulle 'reali ragioni del malfunzionamento della giustizia'. Un'iniziativa che sarà accompagnata dalla contemporanea astensione dalle udienze; sarà insieme uno sciopero 'tecnico', per consentire la più ampia partecipazione degli avvocati, e 'politico', per marcare ancora più il dissenso, come spiega il presidente dell'Unione della Camere penali Oreste Dominioni. 'Bisogna dire basta a questo rito mistificatorio e autocelebrativo diventato assolutamente intollerabile e che perciò va abolito - dice il leader dei penalisti -. Si tratta di un carrozzone di impostazione tardo-napoleonica, con una pomposità priva di senso e che serve solo a distogliere l'opinione pubblica dai problemi reali'. Sì perché, secondo i penalisti, le cerimonie ufficiali non solo si limitano alla 'liturgica a rassegnata elencazione dei mali, veri e presunti, della giustizia', ma forniscono dati sul funzionamento della giustizia 'parziali e incompleti e presentati in modo tale da consentire un'utilizzazione strumentale da parte di chi ha interesse a sollevare allarmi incontrollati o a chiedere riduzioni della garanzie irrinunciabili nell'ambito del processo penale'. Cifre a cui il 23 gli avvocati contrapporranno le loro, che stanno mettendo insieme in questi giorni, attingendole da più fonti, anche istituzionali. E i loro numeri già ora dicono che 'la crisi della giustizia e i suoi tempi lunghi sono dovuti a inefficienze di organizzazione e di funzionamento degli apparati, non alla disciplina normativa dei processi, né a problemi posti dagli avvocati'; e rivelano che 'in altri sistemi a parità di risorse, c'e' una grande efficienza della giustizia'. E intanto a Napoli è inziato lo sciopero degli avvocati del Foro Partenopeo. A causa della loro astensione è stata rinviata al 19 gennaio prossimo l'udienza preliminare nell' ambito del procedimento per i presunti illeciti nel ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania. La Giunta dell'Oua ha espresso "solidarietà al consiglio dell'Ordine di Napoli e a tutti gli avvocati partenopei che, dopo aver provato in tutti i modi ad evitare le gravi disfunzioni del nuovo Palazzo di Giustizia hanno deciso di proclamare alcune giornate di astensione dalle udienze". L'Oua ha sottolineato come "gli avvocati abbiano avanzato per tempo suggerimenti e richieste per evitare l'attuale situazione" e ha denunziato "l'incomprensibile atteggiamento del presidente del tribunale". L'organismo unitario auspica che "le autorità competenti, sollecitate anche dalla protesta degli avvocati, si occupino finalmente dei problemi del nuovo Palazzo di giustizia, garantendo la sicurezza e l'accessibilità agli uffici".
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