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Ordini infermieristici: traguardo in vista

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Il Consiglio dei Ministri ha iniziato l'esame dello schema di decreto legislativo. Ma i consumatori insorgono.

In arrivo tre nuovi ordini professionali in campo sanitario. Il Consiglio dei ministri, infatti, ha iniziato l'esame dello schema di decreto legislativo presentato dal ministro della Salute Livia Turco per l'istituzione degli Ordini e degli albi delle professioni sanitarie infermieristiche; ostetriche e riabilitative; tecnico-sanitarie e della prevenzione. Con questo provvedimento - spiega una nota del ministero della Salute - il cui esame da parte del Governo sarà completato entro il 4 marzo, "si dà piena attuazione alla legge 43 del 2006 in materia di albi e ordini professionali". Contro l’istituzione dei nuovi ordini è insorta l’Aduc: Gli ordini professionali – ha rilevato il presidente Vincenzo Convito - sono un pesante limite per lo sviluppo di una economia di mercato. Tra l'altro, nello specifico settore, mancava solo questo oltre le leggi di ispirazione vaticana che fanno si' che il nostro Paese si collochi ai margini della ricerca scientifica e medica europea ed internazionale: noi crediamo che solo la libertà professionale individuale e leggi non confessionali siano il motore dello sviluppo”. Le nuove disposizioni riguardano oltre 530 mila operatori, impegnati in 22 professioni sanitarie, che saranno d'ora in poi sottoposti al controllo dell'Ordine "a garanzia della correttezza dell'esercizio professionale e del rispetto delle regole deontologiche nei confronti degli assistiti". I tre Ordini professionali previsti dal decreto legislativo sono: l'Ordine nazionale degli Infermieri a cui, si stima, saranno iscritti 328.500 infermieri; l'Ordine nazionale delle Ostetriche e delle professioni sanitarie della riabilitazione per un totale stimato di 97.700 iscritti; l'Ordine nazionale delle professioni tecnico-sanitarie della prevenzione per un totale stimato di 105.800 iscritti. È comunque una corsa contro il tempo e che è stata avviata dopo pressanti solleciti da parte dei Sindacati CGIL-CISL-UIL e delle Categorie. L’iter richiede in ogni caso il parere della Conferernza Stato-Regioni e del Parlamento, che si era già espresso quasi all’unanimità sia nella scorsa Legislatura con il Governo Berlusconi, con l’approvazione della Legge 43/2006, che nell’attuale Legislatura con il Governo Prodi, con la deroga tramite la Legge 189 del 17 ottobre 2007 'Con questo provvedimento - si legge in una nota del ministero della Salute - il cui esame da parte del Governo sarà completato entro il prossimo 4 marzo, si da piena attuazione a quanto previsto dalla legge 43 del 2006 in materia di albi e ordini professionali. Le nuove disposizioni riguardano oltre 530mila professionisti sanitari, articolati in 22 professioni sanitarie, che saranno d'ora in poi soggetti alla disciplina ordinistica a garanzia della correttezza dell'esercizio professionale e del rispetto delle regole deontologiche nei confronti degli assistiti'. Agli Ordini viene riconosciuta la natura di enti pubblici non economici, sottoposti alla vigilanza del ministero della Salute e con autonomia patrimoniale, finanziaria, statutaria e regolamentare. I tre Ordini si costituiranno in altrettante Federazioni nazionali mentre all'interno di ciascun Ordine è prevista l'articolazione delle 22 professioni in Albi provinciali, che saranno comunque soggetti alle disposizioni dei codici deontologici approvati dalle Federazioni nazionali dei tre Ordini professionali di riferimento. Gli statuti degli Ordini e delle Federazioni dovranno attenersi a una serie di principi tra i quali: democraticità nelle procedure di elezione degli organi; non discriminazione per motivi religiosi, sessuali, razziali, politici o relativi ad altra condizione personale o sociale; la partecipazione effettiva alla vita dell'Ordine delle professioni meno rappresentate nel Consiglio direttivo; la leale collaborazione con lo Stato e gli altri Enti pubblici; la separazione della funzione di indirizzo politico dalla gestione amministrativa. È inoltre prevista l'incompatibilità tra cariche ordinistiche e qualsiasi altra carica esecutiva in partiti, sindacati, enti previdenziali e incarichi di governo nazionale o locale. Per l'iscrizione agli Ordini - conclude la nota - sarà indispensabile un titolo universitario o equipollente o equivalente mentre sono previste specifiche norme per l'esercizio professionale dei professionisti comunitari ed extracomunitari. Il decreto stabilisce infine le attività riservate alle 22 professioni sanitarie inserite nell'ambito dei tre Ordini'.
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