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Professioni sanitarie tradite

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Salta l’attuazione del decreto per l'istituzione dei nuovi ordini la cui delega al Governo scadeva il 4 marzo

Niente nuovi Ordini e Albi delle professioni sanitarie. La mancata unanimità dei gruppi parlamentari di Camera e Senato hanno fatto saltare il varo del provvedimento che li avrebbe dovuti istituire. Una situazione che ha molto deluso e "addolorato" il ministro della Salute Livia Turco. "Era questa, infatti - spiega - la condizione indispensabile in periodo di ordinaria amministrazione posta dal presidente del Consiglio Romano Prodi per dare definitiva attuazione alla delega sulla quale avevamo lavorato con grande cura, in intesa costante con le professioni ma anche con l'insieme delle forze politiche presenti in Parlamento". Di parere opposto il ministro del Commercio Internazionale e delle Politiche europee, Emma Bonino che si è opposta al "varo in zona Cesarini di nuovi Ordini professionali, determinando alla fine il non esercizio della delega con la quale si sarebbero dovuti istituire nuovi ordini riguardanti professioni sanitarie". Bonino afferma che il suo no "non riguardava tanto le categorie interessate, quanto il principio stesso di potenziare ulteriormente la struttura ordinistica che caratterizza in modo così forte il nostro Paese, creando disparità di trattamento e sacche di privilegio inaccettabili, oltre che mantenere forme organizzative antistoriche alla luce dei meccanismi del mercato globale. Non sarebbe stato appropriato - aggiunge il ministro - affrontare questo argomento così delicato in questa fase pre-elettorale: ecco perché, insieme ad altri colleghi, nell'ultima riunione del Consiglio dei Ministri mi sono opposta ad una approvazione fuori sacco di un provvedimento in controtendenza a quanto di liberale e di riformatore questo Governo ha fatto nei suoi 20 mesi di attività. Spero -conclude Bonino - sia un' occasione per tutti gli schieramenti di mettere a fuoco il problema nel suo complesso, ricercando le soluzioni più appropriate per rendere le nostre professioni più moderne e più attrezzate di fronte alle sfide nazionali ed internazionali che le attendono". Per Maria Grazia Siliquini, responsabile dell’Ufficio Libere Professioni di AN, invece, “Siamo alla beffa finale: dopo due anni di inerzia da parte dell’esecutivo di Prodi, che ha disapplicato volutamente la legge 43/2006, realizzata dal Governo Berlusconi su iniziativa del Ministero dell’Università, oggi scade invano il termine della proroga, e oltre 530.000 professionisti della sanità resteranno senza ordine, nonostante la legge voluta dal centrodestra: siamo di fronte ad un fatto gravissimo, che rappresenta l’epilogo di una triste pagina della storia delle professioni nel nostro Paese. Già Alleanza Nazionale si era opposta alla dilazione continua adottata dal centrosinistra –ha ricordato Siliquini- nel giugno 2007, chiedendo più volte l’immediata applicazione della legge: oggi, gli effetti di questa disapplicazione sono evidenti e gravissimi, perché si colpiscono direttamente i professionisti dell’area sanitaria non medica, che da anni attendono l’istituzione dei loro ordini, e si danneggiano direttamente i cittadini, che ancora una volta vedono leso il loro diritto alla salute, costituzionalmente garantito”.
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