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Sono 805 le attività professionali classificate da Isfol-Istat

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Assoprofessioni: “Ora si passi al riconoscimento”

“Un punto di partenza nel percorso di riconoscimento delle professioni non regolamentate, da avviare con estrema urgenza”. Così Giorgio Berloffa, presidente di Assoprofessioni, commenta l’esito dell’odierno incontro al Cnel. La confederazione delle associazioni delle professioni non regolamentate - rappresentata anche per l’occasione dal segretario nazionale della Lapet, Giovanna Restucci, che ha sostituito il segretario generale Roberto Falcone, momentaneamente impegnato per improrogabili motivi istituzionali - è stata invitata dal presidente della II Commissione del Consiglio nazionale dell’Economia e del lavoro, Giuseppe Casadio, a partecipare alla riunione del gruppo di lavoro sulle libere professioni e i servizi innovativi, di cui fa parte. All’ordine del giorno, la “Presentazione della ricerca ISTAT-ISFOL sulla classificazione delle professioni”. “Sono state rilevate – spiega Berloffa – ben 805 attività professionali, a loro volta riversate in categorie più grandi e generali. Riteniamo che si tratti di una ricognizione precisa e interessante, base d’appoggio per valutare successivamente come incasellare le professioni non regolamentate una volta ottenuto il riconoscimento”. A detta di Assoprofessioni, dunque, in questi conteggi dovrebbero rientrare presto anche le professioni non ancora rinvenibili in un provvedimento ad hoc che ne decreti la legittimità, ma già ampiamente riconosciute dal mercato dell’utenza e quindi ad ogni livello della società. “A questo punto – prosegue il presidente della confederazione – confermiamo e ribadiamo la nostra richiesta, già formalizzata nelle sedi istituzionali, che è prioritario riconoscere le professioni attualmente non regolamentate individuando quindi le associazioni rappresentative delle stesse”. Interessante la riunione anche per Restucci, che annuncia: “Questo lavoro statistico permetterà di superare la difficoltà consolidata di denominare le professioni e conseguentemente di inquadrarle. Pertanto ne condividiamo a pieno le finalità, utili anche per individuare le competenze e seguire meglio le prospettive e l’evoluzione nel mercato delle stesse professioni, anche nell’intento di rintracciare e destinare risorse in grado di migliorarne servizi e prestazioni”. Lo studio Isfol-Istat, costato 5milioni di euro, è stato consegnato ai vertici di Assoprofessioni.
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