SPECIALE CONGRESSO FORENSE: BERSANI RECETTORE DELLE ISTANZE DELLA CONFINDUSTRIA
di Luigi Berliri
Bersani recettore acritico delle proposte di Confindustria sulle professioni. L’accusa viene dal presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura Michelina Grillo il giorno della apertura del XXVIII Congresso dell’avvocatura italiana in corso a Roma. “La sua legge? - dice a MP -applicata così com'è, trasformerebbe gli avvocati in bottegai”. Insomma, norme che gli avvocati interpretano come “uno schiaffo” che proprio non va giù. Per questo il ha due parole chiave: “lotta” e “unitarietà”. Se ne aggiunge una terza, “dialogo”, ma solo associata a “meglio tardi che mai”. Questo perché gli avvocati, che hanno incontrato i giornalisti prima dell'inizio delle assise, non sono disposti a mollare. Da lunedì scorso sono tornati a scioperare, fino a sabato. “La nostra protesta andrà avanti con formule e modi da definirsi durante il nostro congresso, dal quale, - ha aggiunto la Grillo, - mi auguro si possa uscire con un documento condiviso da tutti, che proponga con forza, se non l'auspicabile abrogazione, quantomeno la sospensione della Bersani”. Una linea su cui hanno concordato tutti i vertici delle associazioni degli avvocati, da Alessandro Cassiani, presidente dell'Ordine di Roma, a Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale Forense, a Maurizio De Tilla, presidente della Cassa Forense. Dal corteo più metalmeccanico che forense che vide sfilare 5000 avvocati dal Palazzaccio fino a palazzo Chigi a inizio luglio non è cambiato sostanzialmente nulla, se non la conversione in legge del decreto Bersani. Ora però più che a nuovi scioperi contro la legge Bersani, gli avvocati sembrano pensare ad altre forme di protesta. “Non si può escludere in futuro il ricorso ad altre astensioni, ma ora l'esigenza è quella di informare meglio l'opinione pubblica- spiega Grillo- dobbiamo spiegare che gli avvocati non sono pescecani, anzi contribuiscono con uomini e mezzi per alleviare l'inefficienza della giustizia, a tutela dei cittadini”. E dunque oltre a forme di sciopero bianco, i legali potrebbero mettere in campo campagne informative mirate, come quella di aprire una volta al mese le porte dei loro studi ai cittadini per parlare dello stato della giustizia, ma anche per dare consulenze gratuite. Dura la critica contro la linea di via Veneto che, secondo De Tilla, “è troppo rigida con un ministro non disposto a recedere di una virgola”. E dito puntato anche contro il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, che non sarà presente al Congresso. “Dobbiamo prendere atto ancora una volta - ha detto in conclusione Grillo - della ostinata indisponibilità del governo a dialogare. Castelli, predecessore di Mastella, venne al congresso di Milano e fu anche contestato, ma si confrontò. Mastella, invece, non trova, per l'ennesima volta, il tempo per dialogare con gli avvocati”. “Che ministro della giustizia è – dice De Tilla – ha accettato le misure di Bersani senza battere ciglio. E non si degna neanche di venire al nostro Congresso. La prima volta nella storia”. Quello che agli avvocati proprio non digeriscono è chiaro: liberalizzazione della pubblicità, ingresso dei soci di capitale nelle società multiservizi e abolizione delle tariffe. A proporre soluzioni alternative è stato il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Guido Alpa. Sulla pubblicità “si potrebbe introdurre una modifica per fare in modo che i messaggi, limitati, vengano approvati, prima della pubblicazione, dall'Ordine, in maniera da evitare che risultino ingannevoli per il cittadino”. Alpa fa un esempio: “Nella nostra professione – spiega – non ci sono specializzazioni. Quindi una loro eventuale enfatizzazione sarebbe una millanteria”. Sulle società multiprofessionali c’è la massima apertura: “Ma non si parli di ingresso di soci di capitale”. Sulle tariffe invece, “c'è stata un’ulteriore violazione della normativa che prevede siano gli ordini a proporre e il ministro a valutare. Noi - ha detto Alpa – non abbiamo proposto nulla. Il ministro ha deciso in piena autonomia senza consultarci”. Al Congresso sono attesi più di duemila avvocati, di cui quasi mille delegati, in rappresentanza della quasi totalità dei Consigli dell'Ordine degli avvocati di tutta Italia (163 su 165). E la novità è rappresentata dal fatto che per la prima volta, dopo anni di dissensi, all'assise parteciperanno tutte le componenti forensi , da quelle istituzionali a quelle associative. Ci saranno anche l'Unione delle Camere penali, che ha sempre disertato l'appuntamento, e i giovani avvocati dell'Aiga; saranno presenti gli Ordini delle grandi città così come quelli delle realtà di provincia. “Un miracolo – dice De Tilla - reso possibile dall'opposizione comune alla legge Bersani. E che fa ben sperare il presidente dell'Oua sulla prospettiva che il Congresso riesca a licenziare una proposta unitaria dell'avvocatura sulla riforma dell'ordinamento forense”. Ma la lotta comune contro la legge Bersani non ha appianato tutte le divergenze. E il presidente dell'Unione delle Camere Penali Ettore Randazzo, andrà al Congresso per ribadire perché i penalisti contestano l'Oua e la sua legittimazione a proclamare lo sciopero dell'intera categoria e per rimarcare le distanze con le forme assunte dalla protesta a luglio, a cominciare dal corteo degli avvocati con fischietti e tamburi e dal presidio davanti a Palazzo Chigi. “Manifestazioni che hanno portato all'equiparazione della nostra categoria a quella dei tassisti- dice Randazzo- favorendo la becera accusa nei nostri confronti di corporativismo”.
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Hanno detto 23-24 settembre –
Mozione Triveneto approvata dal Congresso
come mozione numero 1 -
L’Avvocato nella giurisdizione. Raccomandazione fatta propria dal Congresso
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Le relazioni depositate al Congresso. 1) Relazione avv. Del Piaggio - 2) Relazione avv. Bonzo - 3) Relazione avv. Cicrì - 4) Relazione avv. Bassu - 5) Relazione avv. Morgese - 6) Relazione avv. Martuccelli - 7) Relazione avv. Perfetti - 8) Relazione avv. De Michele - 9) Relazione avv. Equizzi - 10 Relazione avv. Tirale - 11) Relazione avv. Vermiglio