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LA FORMAZIONE PER I PROFESSIONISTI: SECONDO BANDO DI FONDOPROFESSIONI

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È aperto il Bando 2006 di Fondoprofessioni, Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la formazione continua negli studi professionali e nelle aziende collegate, che quest’anno mette a disposizione più di 3 milioni e 250 mila euro. Il Fondo finanzierà piani e progetti formativi aziendali, territoriali, settoriali o individuali, con percorsi formativi declinati in base all’appartenenza alla stessa area geografica, al medesimo settore professionale o a una singola azienda. Si tratta del secondo bando dopo l’edizione del 2005, che ha consentito di erogare finanziamenti a 481 progetti formativi per circa 4.000 persone, grazie a 4 milioni di euro raccolti.

Per gli studi professionali che hanno aderito al Fondoprofessioni, destinandogli il contributo obbligatorio dello 0,30% mensile versato all’INPS, è il momento di presentare i progetti formativi per i dipendenti e le aziende collegate.

Per cogliere questa opportunità è sufficiente destinare a Fondoprofessioni la quota pari allo 0,30% dei contributi che il datore di lavoro versa obbligatoriamente all’INPS ogni mese nel modello DM10.

Senza alcun costo, in modo libero e gratuito,  è possibile tradurre l’onere contributivo dello 0,30% in piani di formazione personalizzati per il proprio settore, da presentare in accordo con le parti sociali e da realizzare con soggetti accreditati alla formazione.

Nel Bando 2006 sono state introdotte delle novità sostanziali rispetto all’anno precedente per promuovere progetti formativi mirati sulle specifiche necessità degli studi:

1) Il bando di quest’anno è anzitutto un bando “aperto”, attivo fino all’esaurimento delle risorse e con una durata più ampia per non penalizzare aree professionali legate a determinate stagionalità (fino al 28 febbraio). In ogni momento può essere presentato un Piano, che verrà esaminato e valorizzato per la sua capacità di intervento sul bisogno dei destinatari (da individuare già in questa fase) e quindi finanziato se soddisfa specifici parametri quantitativi e qualitativi (non più valutato comparativamente con altri per il suo inserimento in graduatoria).

“In questo modo – spiega Reggiani, presidente del Fondo - abbiamo ulteriormente migliorato il funzionamento del Fondo, con l’auspicio di venire incontro ai bisogni dei professionisti, i quali considerano sempre più la formazione permanente e continua dei loro collaboratori non come un obbligo, ma come una preziosa opportunità di crescita”.

2) I progetti verranno selezionati tenendo conto del tema sviluppato e privilegiando quelli relativi alle aree tematiche riconosciute prioritarie da Confprofessioni, di concerto con le parti sociali. Questi argomenti formativi, anche se non vincolanti, rappresentano delle priorità di indirizzo e si riferiscono a temi generali come il controllo di gestione, l’ottimizzazione organizzativa, l’attuazione di normative gestionali e l’innovazione, assi fondamentali attorno a cui ruota la crescita dei singoli settori professionali e dell’intero comparto.

3) A fianco dei corsi vengono introdotti i seminari: i primi propongono il più tradizionale percorso d’aula, con gruppi da 6 a 18 partecipanti e una durata da 16 a 40 ore, mentre i seminari, che possono essere proposti solo dalle Associazioni di categoria, sono incontri di 4 o 8 ore durante le quali ciascun partecipante (almeno 20 dipendenti) sarà affiancato da un titolare o da un collaboratore di studi professionali, con funzione di tutor.

“L’introduzione delle attività seminariali – ha sottolineato il Presidente Reggiani – offre maggiori opportunità a tutti i soggetti coinvolti. Coi seminari, il professionista potrà promuovere attività formative più coerenti con le strategie di sviluppo dello studio, garantendone l’accesso anche a chi difficilmente potrebbe partecipare a corsi più articolati. Le Associazioni di categoria, per parte loro, potranno accentuare e valorizzare la vocazione a farsi promotori di cultura e qualità professionale”.

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