RIFORMA DELLE PROFESSIONI, ARRIVA IL PROGETTO TREU
di Elisa Pastore
È stato depositato in Senato,
dall’ex ministro del lavoro e attuale presidente della commissione Lavoro di
palazzo Madama, Tiziano Treu, un disegno di legge sulla riforma delle
professioni. “E’ lo stesso provvedimento – ha spiegato Treu a MP
– depositato nella scorsa legislatura dal senatore Mario Cavallaro, con alcune
modifiche, e su cui si era registrato l’accordo nel’Ulivo”. Il ddl Treu,
annunciato nell’Aula del Senato, è in via di assegnazione in commissione. Mondo
professionisti è in grado di anticipare la bozza del provvedimento. Esso
utilizza come base gli esiti del lavoro svolto nella 2a Commissione permanente
del Senato della Repubblica nella XIV Legislatura ed in particolare il testo
unificato elaborato in quella sede e tiene, inoltre, conto dell’ulteriore
dibattito che si è svolto sulla materia e delle proposte di legge che, fino
all’attualità, si sono succedute. Su tale impianto, sono state inserite le
ulteriori modificazioni atte a conferire maggiore incisività alla riforma ed
aderenza alle prescrizioni derivanti dall’ordinamento comunitario. Va subito
sottolineato come il presente disegno di legge opti per una disciplina
sostanzialmente completa della materia, riducendo al minimo il ricorso allo
strumento della delega legislativa, che invece caratterizza in modo prevalente
altre proposte di riforma. Due sono i capisaldi sui quali poggia la disciplina di
riforma. In primo luogo, viene ribadita
la indispensabilità del sistema ordinistico per le professioni intellettuali,
in grado di assicurare il mantenimento di adeguati standard qualitativi e
deontologici nell’esercizio delle professioni e salvaguardare in questo modo i
diritti costituzionali dell’utenza. Per quanto riguarda i rapporti tra ordini
professionali ed associazioni professionali, il disegno di legge opera una
precisa opzione di separazione, escludendo ogni ipotesi di sovrapposizione tra
i due fenomeni e, per quanto riguarda le associazioni professionali, ogni
riserva di attività a loro favore. Gli ordini professionali continuano ad
essere riconosciuti come enti pubblici non economici (art. 9), articolati sul
livello nazionale e territoriale e ad appartenenza necessaria per tutti coloro
che intendono esercitare la professione; si tratta di enti dotati di potestà di
autogoverno e disciplinare nei confronti degli iscritti. Il secondo pilastro del presente disegno di
legge è rappresentato dalle disposizioni volte a conferire incisività di azione
e snellezza all’attività professionale, nonché ad assicurare il rispetto dei
vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario in questa materia.