Riforma delle professioni
La Lapet al lavoro in vista della audizione alla Camera
Un vertice monotematico sulla riforma delle professioni tra tutti i dirigenti della Lapet. Hanno partecipato i consiglieri nazionali dell’associazione dei tributaristi, oltre che i delegati regionali, i presidenti provinciali, i presidenti delle commissioni permanenti, il presidente del collegio dei Revisori dei conti, ed il presidente del collegio dei Probiviri, alla conferenza d’organizzazione indetta venerdì 9 febbraio, dal presidente nazionale dell’associazione Roberto Falcone (nella foto). “Dopo anni di lotte e rivendicazioni – ha esordito Falcone dinanzi alla numerosa platea che si è riunita negli uffici parlamentari del Senato, - finalmente, lo scorso primo dicembre, il consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge di riforma delle professioni”. Il provvedimento - sul quale la Lapet sarà chiamata a formulare pareri e osservazioni nell’ambito di Assoprofessioni, la confederazione nazionale di cui Falcone è segretario generale, in occasione delle prossime audizioni parlamentari - è stato esaminato attentamente nel corso del dibattito. Particolare rilievo è stato riservato all’articolo 8, che si sofferma sul riconoscimento delle nuove professioni e delle loro associazioni. I vertici della Lapet hanno inoltre ribadito la volontà di riproporre al ministero della Giustizia le quattro richieste contenute nel documento presentato da Assoprofessioni nel corso della prossima audizione parlamentare: il riconoscimento a monte delle professioni attraverso i decreti attuativi a cui rimanda la legge delega, mediante un apposito elenco che possa essere aggiornato nel tempo (presupposto già individuato nel lavoro che sta tuttora svolgendo il Cnel); l’affidamento ad enti accreditati di parte terza del rilascio di attestati di competenza per l’accertamento dei requisiti riguardanti la qualificazione professionale, per evitare l’autoreferenzialità; lo sdoppiamento dei termini di attuazione della delega per quel che attiene il riconoscimento delle associazioni e delle nuove professioni; e infine la previsione che la registrazione delle associazioni nel registro ministeriale sia disposta sentendo il parere oltre che del Cnel anche dei rappresentanti delle associazioni di attività similari e non degli Ordini eventualmente interessati. “Pur possedendo la Lapet tutti i requisiti necessari per il riconoscimento – ha poi avvertito il presidente dei tributaristi – è opportuno migliorare ancora l’organizzazione della nostra associazione, già abbastanza numerosa e rappresentativa a livello nazionale, in vista dell’approvazione definitiva della legge di riforma delle professioni. Serve perciò il contributo di tutti i tributaristi, l’apporto fondamentale delle loro idee per far crescere sempre più questa associazione, a tutto vantaggio dell’utenza di cittadini”. È stata inoltre ribadita la necessità di potenziare ulteriormente l’attività delle singole sedi provinciali e di rafforzare la già fitta rete di coordinamento tra le stesse. La Lapet conta infatti ben 96 sedi provinciali in tutta Italia.