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l'opinione

Professioni del Nord-Est. Mastella coglie nel segno.

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di Gian Paolo Prandstraller

Il Ministro Clemente Mastella pubblica su Il Sole 24 Ore del 18.02.2007, un intervento: “Sulle professioni non soltanto tutela pubblica”. - Qual è l’essenza di questo intervento? - La denuncia d’una contrapposizione tra una mentalità conservatrice che mira, da parte dei professionisti, alla pura e semplice protezione, e una mentalità innovatrice che punta sul ruolo centrale rivestito dai professionisti nel migliorare la capacità competitiva delle imprese. Questa seconda posizione, secondo il Ministro, sarebbe espressa concretamente dal Nord-Est che, oltre ad essere alla ricerca della professionalità più idonea allo scambio produttivo, si staccherebbe dalla difesa a tutto campo degli Ordini e procederebbe alla rivalutazione delle Associazioni professionali idonee a rilasciare attestati di competenza. Trovo l’articolo molto interessante. Esso accentua correttamente la capacità del Nord-Est di esprimere forme di difesa delle professioni intellettuali molto attente alla produzione industriale, e basate assai più sulla capacità di essere bravi che sull’invocazione d’una legge protettiva. E’ difficile non vedere il pregio di questa tesi. E’ forse la prima volta in Italia che un Ministro ricollega direttamente i saperi professionali allo sviluppo della produzione. E’ il riconoscimento che oggi la produzione è strettamente legata al fattore “conoscenza” (integrato dalla “creatività”). L’argomento, a me caro, è stato finora tenuto in sordina allo scopo di non dare troppa importanza nella nostra economia al lavoro professionale che appunto incorpora i saperi scientifici rilevanti, i quali consentono di risolvere i problemi sulla base di principi fissati non dall’ empirìa ma dalle scienze. Che sia stato il Nord-Est a investirsi “principalmente” di questa verità sembra cosa altrettanto vera. Il Nord-Est (come in generale le grandi regioni industriali) mette in particolare evidenza la connessione tra produzione e conoscenze specifiche professionali: cioè che è difficile sviluppare una produzione efficace se non si fa ricorso alla scienza, alla ricerca e a fattori consimili; e ai professionisti che li incorporano. Quanto alla posizione avanzata assunta, secondo il Ministro, dal Nord-Est rispetto ad altri ambiti del Paese, osservo ancora che l’idea ha molto di vero. In linea di fatto il Nord-Est nel suo aspetto professionale ha infatti adottato due strategie molto importanti: la prima è l’estensione dell’azione professionale su tutto il territorio. La creazione di una densa rete di CUP territoriali in tutto il nord Italia significa questo: le professioni agiscono sul territorio, anche i professionisti che lavorano a livello di quest’ultimo, e non solo i vertici, devono esprimere gli orientamenti del movimento professionale. In secondo luogo, è certamente in corso particolarmente nel Nord-Est (ma non solo qui) un importante movimento di ristrutturazione degli assetti professionali a livello di singole professioni o di gruppi di professioni. Ciò significa in concreto che le professioni stanno rinnovando il rapporto con lo specifico professionale, potenziandolo soprattutto attraverso l’istituto della “formazione”; che stanno perfezionando il concetto di marketing dei servizi professionali, elemento importantissimo perché assicura alle singole professioni una zona economica da cui trarre i mezzi di sussistenza; che stanno curando con particolare intensità lo sforzo etico, mediante la formulazione di “codici etici” appropriati alle esigenze della società; che le singole professioni si stanno trasformando in “forze sociali” ben decise a trattare da una condizione non subordinata i propri interessi con lo Stato e con le altre forze sociali. Tutto questo, a mio parere, rappresenta un fenomeno di grande rilievo perché inserisce le professioni intellettuali tra le componenti centrali della società attuale, estremamente bisognosa di conoscenza e di creatività nonostante l’opposizione di molti. Di fronte a ciò il dilemma Ordini / Associazioni è secondario. Gli Ordini e le Associazioni possono benissimo convivere nel quadro di un universo duale dove c’è posto sia per gli uni come per le altre.
Gian Paolo Prandstraller
prandstraller@tin.it
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