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Infanzia penalizzata in pronto soccorso

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Le emergenze pediatriche non trovano una risposta ugualmente specifica su tutto il territorio nazionale

Il 70% dei pronti soccorso italiani non è adeguato all'utenza pediatrica. "I bambini vengono assistiti in urgenza da un medico, che il più delle volte non ha dimestichezza con le esigenze di giovani e giovanissimi e può non essere in grado di riconoscere casi che invece a un pediatra salterebbero subito all'occhio". A dirlo è Gianni Bona (nella foto), vicepresidente della Società italiana di pediatria (SIP), che precisa, però, come "in molte occasione l'attività di pronto soccorso pediatrico esiste, ma non viene ufficializzata per una questione di norme e burocrazia. Questo comporta che ci siano percorsi di accesso impropri e che le famiglie spesso non conoscano la presenza del servizio di emergenza specializzato". Sul territorio nazionale la situazione è variegata. "In alcuni casi, e parlo dei 10 ospedali pediatrici italiani, c'è un'attività di pronto soccorso ufficiale dedicato ai bambini. Poi ci sono i reparti di pediatria che offrono prestazioni in urgenza e pronti soccorso generali che hanno un pediatra sempre a disposizione". Il resto è terra di nessuno, "nel senso che - aggiunge il vicepresidente della SIP - queste attività o non esistono o non sono registrate e regolarmente classificate". Una denuncia che è approdata anche in Parlamento, lo scorso novembre, quando la deputata della Rosa nel pugno Donatella Poretti ha presentato un'interrogazione al ministro della Salute Livia Turco, chiedendo di pensare all'eventuale obbligo di presenza di un pediatra all'interno di tutte le strutture di emergenza e accettazione degli ospedali pubblici italiani. Inoltre, Poretti chiede al ministro di accertarsi delle condizioni del servizio di guardia medica pediatrica in Italia, considerando la possibilità di attivarlo a domicilio in tutto il paese per le urgenze nelle ore notturne e nei giorni festivi. "La maggior parte degli ospedali italiani - spiega la deputata - non ha un pronto soccorso pediatrico e spesso manca quella continuità assistenziale per i minori di 14 anni, mentre l'assistenza dovrebbe essere garantita 24 ore su 24. In Italia il numero di ricoveri nei reparti di degenza pediatrica è maggiore rispetto agli altri paesi europei, e quelli più frequenti sono per patologie che potrebbero essere risolte con una visita breve e intensiva nei pronto soccorso stessi, ma il servizio pediatrico non sempre c'è". Anche se i bambini sotto i 14 anni sono stati esclusi dal pagamento del ticket al pronto soccorso, "al problema della scarsità di strutture ad hoc per i bambini - dice Poretti - il ministro non ha ancora risposto. Conto di riproporre l'argomento alla sua attenzione durante i question time almeno in commissione Affari sociali della Camera, la cui ripresa delle attività è prevista per la prossima settimana". La proposta della deputata di obbligare ogni struttura sanitaria d'emergenza a inserire un pediatra fisso piace anche a Bona, che la definisce "una soluzione più che accettabile e fattibile sia dal punto di vista economico che organizzativo. In questo modo si potrebbe facilmente garantire a tutti i bambini, ma anche agli adolescenti, un'assistenza specialistica".
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