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l'opinione

ORDINI: REALE TUTELA DEL CITTADINO

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Ing. Domenico Ricciardi. Coordinatore CUP Territoriali Centro

Occorrerà calcolare i danni che ha fatto e farà il decreto legislativo 223/2006 del Ministro Bersani, a fronte dei piccoli vantaggi per i consumatori. Ma oggi occorre capire il perché di tanta fretta e del dispregio della concertazione solo con i professionisti; del perché della scelta del decreto legge segregato e blindato oltre misura! Perché non utilizzare, come aveva deciso il Governo, con decreti legislativi, le deleghe che da un anno il Parlamento ha dato al Governo; forse perché c’era l’obbligo della concertazione?  Bersani, nel suo intervento al Senato, in diretta televisiva  lo ha detto chiaramente: “è nato un nuovo soggetto politico: il cittadino consumatore”. Naturalmente offrendo “ricchi premi”, anche se solo con “sconti virtuali”,  presentando con enfasi demagogica il risparmio a tutti i costi, nell’interesse del consumatore, senza evidenziare le nefaste conseguenze sulla qualità delle prestazioni e della stessa qualità di vita. Mia madre (cittadina consumatrice di grande parsimonia e saggezza, come tutte le mamme di famiglia in lotta con la “fine del mese”) diceva sempre “chi più spende meno spende” e su questo Bersani e compagni hanno fatto male i conti perché il cittadino è  consumatore ma non sempre “si beve qualsiasi cosa”: se l’economia ha “una febbre da cavallo”, non si cura certo con l’aspirina del “decreto Bersani”..  Gli Ordini e Collegi professionali, coadiuvati da Sindacati ed Associazioni di categoria, non staranno a guardare, si sta organizzando una grande raduno a Roma per il 27 settembre,  non staranno a guardare poiché solo gli Ordini per legge istitutiva e per la stessa Costituzione sono gli Enti Pubblici preposti alla reale tutela del “cittadino consumatore”, attraverso il controllo del rispetto delle norme deontologiche da parte dei singoli professionisti. Eliminare, mortificare e ridurre la funzione sociale degli Ordini, di tutela degli interessi generali del cittadino, sarà dirompente per la difesa del consumatore che spesso non è in grado di scegliere a priori la qualità della prestazione professionale così come può scegliere “le patate” al mercato. I professionisti hanno superato le  pur preziose diversità e chiedono da tempo  una nuova  legge quadro ordinistica, lasciando all’autoregolamentazione, prevista nel principio di sussidiarietà della nostra Costituzione, la valorizzazione delle  peculiarità e diversità delle singole categorie professionali. Il titolo quinto  della Costituzione prevede il principio “della sussidiarietà orizzontale” con l’obbligo per lo Stato, le Regioni, le Province ed i Comuni a favorire (a non distruggere come ha fatto fino ad ora il decreto Bersani) l’autonoma iniziativa dei cittadini professionisti per lo svolgimento di attività di interesse generale (art. 118 Costituzione). Gli Ordini intendono avvalersi di tale preziosa facoltà.        Il Governo metta mano, finalmente, ad una legge quadro sul nuovo Ordinamento Professionale che  guardi realmente all’Europa. Gli Ordini di contro saranno promotori di un dialogo con tutti; (priorità alle  associazioni dei professionisti ed alle associazioni dei consumatori) ed attraverso le norme deontologiche valorizzino gli aspetti nel rispetto dell’etica professionale per la qualità della vita del cittadino.

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