Basta con i blitz notturni sul ddl di riforma delle libere professioni.
di Ludmilla Pastore
No all’assimilazione dell'attività professionale a quella imprenditoriale e alla logica dell’impresa dovuta alla bersanizzazione del ddl Mastella. Non ci piace poi la pubblicità sul prezzo. Insomma, se il Guardasigilli non vuole un muro contro muro con i Professionisti dobbiamo tornare alla prima stesura sottopostaci da mastella. Prima del colpo di mano imposto da Bersani. Giuseppe Cappochin presidente del Cup del Veneto non ha peli sulla lingua e attacca, in questa intervista a MP, la marcia indietro del ministro della Giustizia, che ha sottoposto alle categorie professionali un testo di ddl che poi si è rivelato diverso da quello depositato in Parlamento.
D. Quali sono i punti
principali delle riforme che prospettate?
R. I punti sono tanti, diciamo che siamo contrari a quella proposta da Mastella come a quella di Bersani anche se il metodo stesso con cui è stato portato avanti senza conservazione e consultazione con le professioni addirittura fatto in blitz notturno all'insaputa di tutti con cui non si va al metodo o alla sostanza di tutto questo. Non condividiamo questa assimilazione dell'attività professionale e dell'attività dell'impresa che logicamente è poi un tentativo per espropriare il mercato professionale tra i professionisti e portarlo tra i capitali perché poi in effetti è questo il disegno di Bersani in pratica , e quindi vogliamo la netta distinzione. Il testo Mastella iniziale prevedeva la definizione di professione intellettuale, prevedeva la netta distinzione tra attività professionale, attività di impresa, seconda e quarta versione hanno portato alla bersanizzazione del ddl Mastella e con questo l'assimilazione dell' dell'attività professionale e dell'attività dell'impresa, siamo assolutamente contrari con questo punto.
D. I punti del disegno di legge del governo che non approvate?
R. Questo è uno dei punti, non ci piace poi la pubblicità sul prezzo, il primo testo di Mastella aveva un testo sulla pubblicità che ci piaceva molto, era una pubblicità informativa che andava benissimo, è stata aggiunta poi la pubblicità sul prezzo questo assolutamente non ci può star bene, addirittura per quanto riguarda le tariffe non siamo per la difesa delle tariffe in se stessa, noi vogliamo difendere la qualità, siamo d'accordo con l'antitrust che la tariffa non è garanzia di qualità però è matematico che nel nostro Paese non avendo standard minimi di qualità cogenti prestazionali, se togliamo la tariffa no abbiamo più standard minimi e andiamo in picchiata con l'uno e con l'altro; allora no portiamo paragoni con paesi anglosassoni che di standard di qualità ne hanno ben definite e consolidate e nel campo progettuale si progetta anche la vite e per cui c'è una precisione assoluta e allora portiamo anche da noi la cultura della qualità quindi poniamoli come cogenti di standard minimi di qualità a questi ancoriamo le tariffe minime in modo tale che sono giustificate dalla qualità fra 10- 15 anni quando anche da noi sarà diventata una cosa usuale avere questo tipo di qualità allora possiamo togliere le tariffe perché a quel punto nessuno andrà in picchiata con le tariffe perché gli standard sono quelli