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l'opinione

No a questa riforma del processo civile

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di Michelina Grillo, presidente Oua

Si pensa di fare delle riforme a costo zero per lo Stato, ma a carico ed a scapito dei diritti dei cittadini. Questa è la stessa filosofia utilizzata anche dai precedenti Governi e riconfermata, purtroppo, dall’attuale Guardasigilli. Forse buona per ottenere un titolo sui giornali, ma perdente in prospettiva. Non possiamo non ribadire che il recupero di efficienza e di credibilità della giustizia civile richiede, innanzitutto, un adeguato stanziamento di risorse, ma soprattutto deve essere sottratto da continui interventi di microchirurgia, inidonei a risolvere una crisi strutturale qual’è quella in atto. Serve una razionalizzazione del sistema, frutto del dialogo con tutti gli operatori del servizio Giustizia e non tirata fuori dal cilindro di qualche prestigiatore. Ci auguriamo che la conferenza sulla giustizia, che l’avvocatura ha indetto dall’11 al 13 di ottobre, a Roma, possa essere l’occasione per confrontarci apertamente su questa vera e propria emergenza democratica. Anche questo ennesimo intervento sul processo civile non si sottrae alle solite critiche che hanno accompagnato quelli che lo hanno preceduto, critiche alle quali il Governo (speriamo non il Parlamento) appare peraltro del tutto indifferente. Critiche fondate sull’inaccettabilità del continuo cambiamento delle regole, ispirato esclusivamente alla rincorsa dell’emergenza – nel disperato tentativo di porre un argine al disastro della nostra giustizia civile – e del tutto irrispettoso delle imprescindibili esigenze di organicità del sistema e di ricomposizione dello stesso in una prospettiva di reale recupero di efficienza e di efficacia. E così, accanto ad innovazioni che appaiono condivisibili (quali, tra le altre, l’ampia riscrittura delle regole di trattazione delle questioni di competenza, la rimodulazione in termini maggiormente incisivi della responsabilità aggravata, l’alleggerimento del contenuto della sentenza, il rafforzamento del presidio dell’adempimento degli obblighi di fare infungibile e di non fare), vi sono previsioni che appaiono del tutto inopportune o inutili ed altre invece addirittura connotate da una non accettabile compressione dei diritti delle parti. Tra quelle inopportune va annoverato il rilevante ampliamento delle competenze del giudice di pace, che (così come l’infelice previsione della ricostituzione delle sezioni stralcio, oggetto di unanimi critiche ed opportunamente accantonata) appare solo un mezzo per ridare ossigeno alle agende dei magistrati togati, peraltro del tutto ingiustificato, innanzi tutto in considerazione della (tuttora) inadeguata caratura professionale di questi giudici.

La Giunta dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, riunita a Varese il 30 e 31 marzo 2007, ha esaminato il testo del Ddl presentato dal Ministro Mastella recante “Disposizioni per la razionalizzazione e l’accelerazione del processo civile” e con un deliberato (di seguito) ha espresso le prime valutazioni rivolgendo severe critiche.

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