Previdenza a rischio con il ddl Mastella
di Elisa Pastore
L’allarme lanciato dal presidente della Cassa nazionale di previdenza dei dottori commercialisti Il disegno di legge di riforma delle professioni mette a rischio il nostro sistema previdenziale, in quanto potrebbe creare una distorsione del mercato del lavoro legittimando figure professionali che si sovrappongono a quelle legittimate dall' albo, troncando di conseguenza il flusso demografico. Lo ha affermato Antonio Pastore, presidente della Cassa nazionale di previdenza dei dottori commercialisti nel corso del convegno sul rapporto previdenza-professione. “Una liberalizzazione selvaggia quale è quella prefigurata dal ddl – ha proseguito Pastore - danneggia gli utenti e la categoria, consentendo a un giovane che finora e' giunto a iscriversi all' albo attraverso un determinato percorso di studio di percorrere invece altre strade, senza regole, a danno della qualità e della competenza. La riforma così come è concepita metterebbe in crisi equilibri di lungo periodo nel sistema previdenziale - ha concluso Pastore -. Lo Stato deve farsi carico di questo problema, visto che le Casse sono una risorsa da tutelare, in quanto assolvono l' impegno dello Stato di garantire la previdenza a tutti” A Pastore ha replicato il sottosegretario all'Economia Mario Lettieri: “Tutti – ha detto - ci dobbiamo rendere conto dell'urgenza di riformare gli ordini professionali. Il mondo è cambiato e i professionisti hanno per primi il dovere di aiutare il Paese a cogliere le opportunità di crescita che si presentano in uno scenario globale. Lo scetticismo sulla riforma delle professioni elaborata dal governo – ha concluso - va sconfitto”. Pierluigi Mantini, esponente della Margherita e relatore di maggioranza per il progetto di riforma delle professioni (nella foto), da parte sua è tornato a tuonare contro la raccolta di firme avviata dal Cup su tutto il territorio nazionale per un ddl di iniziativa popolare denominato 'Riforma dell'ordinamento delle professioni italiane'. “Il Cup, il comitato unitario per le professioni, - ha detto Mantini - faccia conoscere al Parlamento il suo progetto di legge di riforma delle professioni, anziché andare a raccogliere le firme nelle piazze d'Italia. Il Parlamento, ha spiegato Mantini è disponibile come sempre ad ascoltare le proposte, soprattutto quando provengono dagli addetti ai lavori. Per questa ragione - ha aggiunto - ci aspettiamo che già domani, nel corso delle audizioni sulla riforma delle professioni presso le Commissioni riunite Giustizia e Attività produttive della Camera, gli esponenti del Cup, che saranno ascoltati ancora una volta, possano rendere nota la loro proposta'”. Parlando più in generale del ddl Mastella sulle professioni, Mantini ha sottolineato come a suo giudizio sia possibile entro l'estate o subito dopo portare il testo in Aula. “La riforma, ha osservato ancora l'esponente della Margherita, - deve cercare di superare gli schemi e le logiche del vecchio sindacato, nel rispetto dei ceti innovativi e dei mercati dei servizi professionali, che sono molto diversi da quelli del lavoro dipendente”. Pronta la replica di Antonio Tamborrino, presidente del Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti. “Sono scettico – ha detto - sul fatto che la riforma delle professioni possa arrivare al traguardo, troppo variegate le posizioni all'interno della maggioranza e non c'è neppure sintesi nel ddl di riforma presentato dal governo. Ritengo invece che questa sintesi – ha concluso Tamborrino - sia raccolta nella proposta di legge di iniziativa popolare presentata con gli altri ordini professionali rappresentati nel Coordinamento unitario delle professioni (Cup). È un primo passo da cui far scaturire in seguito altri sviluppi”. Continua a spingere per una celere approvazione del ddl Mastella, il Colap. “Il Parlamento si svegli e approvi entro il 15 luglio prossimo il ddl Mastella di riforma delle professioni – ha detto Giuseppe Lupoi, presidente del Coordinamento delle libere associazioni professionali - Il Parlamento deve approvare il testo di riforma entro l'estate, e deve farlo anche nel rispetto di quanto promesso in campagna elettorale”. Lupoi ha poi preannunciato che “valuterà con attenzione il numero di audizioni che il Parlamento riserverà agli ordini rappresentati dal Cup rispetto ad esempio - ha sottolineato - alle 180 associazioni che fanno parte del Colap. In questo senso - ha aggiunto - l'agenda delle audizioni ci preoccupa non poco”.