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l'opinione

Federarchitetti rigetta l’iniziativa del Cup

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Il sindacato degli architetti contesta il disegno di legge di iniziativa popolare

Nel rilevare nell’iniziativa il difetto di rappresentanza del soggetto promotore, autoleggittimatosi nello scavalcare le iniziative parlamentari correnti, si evidenzia come la pur corposa base giurisprudenziale sia finalizzata a cristallizzare l’attuale assetto delle professioni, premunendosi di non decidere sui temi condizionanti lo sviluppo delle stesse in Italia. Fatto salvo quanto già sufficientemente delineato dalla recente legislazione, il testo proposto inoltre elude o considera marginalmente le legittime competenze delle rappresentanze sindacali delle categorie sui principali temi quali tariffe, formazione, disciplina, rapporti istituzionali, fisco, etc. La stessa elaborazione autoctona della proposta, nella supposizione della inopportunità di un confronto, conferma la insensibilità verso uno schieramento quadro dei soggetti professionali e la volontà a non intaccare le componenti lobbystiche che ne condizionano lo sviluppo. Viene ignorato, nel merito, la distinta funzione tra lavoro autonomo, da cui scaturiscono le problematiche delle libere professioni, e lavoro subordinato, con le proprie esigenze di riassetto e qualificazione. Ciò comporta il perpetuarsi di sovrapposizioni di compiti anche di controllo, scarsa trasparenza, compromissione della qualità delle prestazioni, inefficienza nello svolgimento delle competenze istituzionali, con riflessi negativi per gli interessi generali del Paese. Viene di conseguenza ignorata la leggibilità dello status occupazionale negli Albi professionali e un assetto dei Consigli degli Ordini corrispondente alle relative componenti che ne fanno parte. La carenza di impostazione delle specificità degli operatori nelle prestazioni intellettuali nega di fatto l’integrazione dei momenti istituzionali ed autonomi minandone l’ottimizzazione dei risultati. Né trova proposizione uno dei motivi di maggior giustificazione del ruolo degli Ordini, nell’estensione di un’azione di controllo, oltre che sui professionisti, sia autonomi, sia dipendenti, anche sulla legittimità delle procedure pubbliche, in coerenza con il compito di tutela degli interessi della collettività. Nell’evidenziare che tale proposta trova speculare riscontro in quelle elaborate da alcuni dicasteri, su cui sono evidenti segnali di accondiscendenza verso settori diversi e parziali del mondo professionale quali imprese, università, burocrazia, Federarchitetti rinnova l’invito, alle realtà politiche ed istituzionali, ad una preventiva consultazione con le rappresentanze sindacali delle libere professioni al fine di ottimizzare l’efficienza dei servizi in Italia e favorirne un processo di competitività internazionale.
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