Per l’unità dei medici italiani, gli esami non finiscono mai
di Amedeo Bianco presidente della Federazione dei Medici
Nei prossimi giorni, due questioni delicate e complesse metteranno a dura prova la ritrovata unitarietà dei medici italiani: la nuova normativa sull’Attività Libero Professionale Intramuraria svolta in studi privati – la cosiddetta Attività libero professionale allargata (Alpi) e l’apertura delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro della Dirigenza medica e delle Convenzioni Nazionali. Nel pieno rispetto dei ruoli e delle idee di ognuno mi permetto di sollecitare tutte le organizzazioni sindacali di categoria affinché le legittime diversità cerchino e trovino soluzioni unitarie alle questioni aperte. E, forte dei risultati dell’indagine parlamentare che ha fatto giustizia di tanti pregiudizi e luoghi comuni, sull’Alpi allargata, va scongiurato il pericolo di farsi prima dividere e poi stritolare negli ingranaggi di questa imperfetta diarchia di poteri tra lo Stato e le Regioni, tra chi porta la responsabilità formale di dettare le regole ma non ne ha la diretta potestà di esecuzione (lo Stato) e chi invece detiene la potestà di fare ma troppo spesso non sa o non vuole usarla (le Regioni). Nel pretendere finalmente chiarezza sulle assunzioni di responsabilità, ritengo che le ragioni dell’unità vadano cercate nella concretezza e agibilità delle soluzioni e commisurate esclusivamente agli equilibri dei legittimi interessi in campo. Si deve partire dagli interessi dei cittadini ai quali va consegnato un sistema che estende l’offerta dei servizi nella trasparenza e nel rispetto dei loro diritti. Ai medici va garantita l’effettiva libertà di esercizio della libera professione secondo regole condivise, in spazi separati e distinti che rispettino i criteri di dignità e decoro; alle istituzioni sanitarie compete infine integrare le attività libero professionali, in ogni fattispecie, in una rete di servizi sanitari equa, accessibile, di qualità esercitando tutte quelle funzioni di indirizzo e governo utili a scoraggiare e sanzionare comportamenti opportunistici. La Fnomceo esprime infine piena e convinta solidarietà alle ragioni dello sciopero per il rinnovo del Ccnl della Dirigenza medica scaduto da 17 mesi. Anche su questo delicato terreno le ragioni dell’unità vanno trovate nell’equilibrio delle proposte e delle risposte e le soluzioni fin qui messe in campo dal Governo non sono ancora adeguate alla quantità e alla qualità delle questioni normative ed economiche giacenti sul tappeto, dal precariato alla previdenza integrativa, alla rivalutazione della indennità di esclusività. Di questa unità e delle sue ragioni hanno un grande bisogno non solo i medici italiani ma anche una grande opera civile, sociale e tecnico professionale del Paese: il nostro Servizio Sanitario Nazionale.