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l'opinione

I nuovi esami di Stato al debutto

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di Albertina Soliani

Tra poche settimane il nuovo esame di stato conclusivo della scuola superiore farà il suo ingresso nella storia dell'istruzione e della vita sociale del nostro paese. La legge approvata nel dicembre scorso (legge n.1/7 del 11 gennaio 2007) segna una svolta. La si applica subito perché il cambiamento del Paese non può attendere. Ci sono snodi nella struttura sociale italiana che incidono sulla vita delle persone e sul dinamismo sociale. Tra la fine della scuola superiore e l'avvio agli studi ulteriori o alla vita professionale vi è un rapporto molto ravvicinato. Gli interventi sull'istruzione e sulle professioni sono fortemente connessi. C’è un legame stretto tra lo slancio dell’Italia per rimettersi in moto e questo “passaggio al futuro” delle nuove generazioni, a 18-19 anni, quando una fase della loro vita si conclude e un’altra si apre. L’esame di Stato, previsto dalla Costituzione, non è un fatto banale. Gli studenti hanno il diritto di vedere valorizzato il percorso dei loro studi e la Repubblica ha il dovere di accertare i risultati acquisiti. E’ un passaggio importante, in cui debbono essere evidenti la serietà, la dignità, la trasparenza. Così si diventa adulti, soprattutto se, anche prima dell’esame e dopo, i percorsi di studio sono seri e gratificanti. La serietà, dunque. E' la premessa per la serietà nella vita professionale. La Commissione sarà formata da 6 commissari, tre interni e tre esterni più il presidente esterno e lavorerà in modo collegiale. Gli studenti saranno ammessi dopo uno scrutinio finale che accerti il recupero dei debiti scolastici precedenti. Le stesse norme valgono per le scuole statali e paritarie, mentre si contrastano i diplomifici. Per le tre prove scritte il punteggio massimo è di 45 punti, per il colloquio di 30, per i crediti scolastici di 25. Agli studenti che dimostrano risultati eccellenti puo’ essere assegnata la lode. L’esame di Stato accerterà le conoscenze e le competenze acquisite nell’ultimo anno del corso di studi ma anche le basi culturali generali e le capacità critiche del candidato. La terza prova è espressione dell’autonomia didattica della scuola, ha carattere pluridisciplinare e potrà avvalersi del contributo dell’Istituto nazionale di valutazione che è in via di riorganizzazione. La valutazione dei risultati e la verifica della qualità del processo di istruzione sono la premessa più persuasiva per la qualità delle scelte professionali. In ogni caso i risultati degli esami saranno valutati in rapporto alla comparazione internazionale. E’ un primo segnale per la scuola italiana: i risultati del suo lavoro debbono essere buoni e comparabili, e il Governo è impegnato a mettere la scuola italiana nelle condizioni migliori per riuscire a realizzarli. Questi, dunque, i punti qualificanti del provvedimento: natura pubblica dell’esame, serietà delle prove, valore legale del titolo di studio, responsabilizzazione degli studenti e dei docenti, valorizzazione dell’autonomia della scuola. Ma vi è un’altra, significativa novità: il Governo è delegato ad adottare decreti legislativi per realizzare nella scuola superiore percorsi di orientamento in raccordo con l’università, la formazione tecnica superiore, le professioni e il lavoro, valorizzando in particolare le discipline tecnico-scientifiche, prevedendo incentivi anche di natura economica per la prosecuzione degli studi. Si è aggiunto, inoltre, con il successivo decreto sulle liberalizzazioni, il potenziamento dell'area tecnico-professionale anche con l'istituzione dei Poli provinciali, in rapporto diretto con le esigenze della crescita economica, del mercato del lavoro, delle esigenze di professionalità espresse dai territori. È il primo serio intervento per connettere le varie fasi degli studi poiché la conoscenza è apprendimento continuo. Qui vi è il campo vasto e innovativo di un nuovo rapporto tra la scuola superiore e il mondo del lavoro e delle professioni. Gli ordini professionali e le diverse associazioni economiche e sociali possono ora intrecciare un dialogo proficuo con le istituzioni scolastiche. Vogliamo trasmettere agli studenti un messaggio chiaro: abbiamo fiducia in voi, abbiate fiducia in voi stessi. Siate protagonisti. E allo stesso modo parliamo agli insegnanti: vogliamo sia data dignità alla scuola e al suo lavoro. Ma non basterà una legge, non basterà l’esame di Stato se i ragazzi italiani non saranno in grado di superare l’esame della vita che riguarda i valori umani fondamentali. E' il grande tema di un nuovo slancio della vita sociale del paese in cui la generazione adulta può e deve avviare coi giovani quel dialogo che solo può aprire la via al futuro. Molto della speranza delle nuove generazioni riguarda il lavoro e la vita professionale. Apertura, fiducia, serietà e rigore sono le attitudini che dovrebbero accompagnare questo incontro. È un compito che vale per la scuola e l'università, ma vale anche per le professioni e la loro organizzazione.

Albertina Soliani ( nella foto) senatrice dell’Ulivo e relatrice di maggioranza del ddl di modifica al Senato.
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