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l'opinione

CONFINDUSTRIA DISPREZZA AGRICOLTURA, ALIMENTAZIONE E AMBIENTE

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Di Pantaleo Mercurio, Presidente del Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali

L’intervento del Vicepresidente di Confindustria Ennio Lucarelli all’audizione sulla riforma delle professioni è un nuovo tentativo di asservire le professioni intellettuali ai capitali, alle grandi imprese e ai loro interessi. La dichiarazione del Vicepresidente Lucarelli denota ignoranza e malafede. Pur ammettendo di non conoscere le competenze della nostra categoria, Lucarelli, di fronte ai parlamentari della Commissione Giustizia della Camera, si è avventurato in un terreno a lui sconosciuto con insolenza e disprezzo, qualificando così la posizione di Confindustria come preconcetta e pregiudiziale. Affermazioni chiaramente strumentali e assai poco credibili da parte di chi, come la Confindustria, tende a ridimensionare il peso sociale ed economico delle libere professioni nel nostro Paese. Si è manifestato il vero mandante di una riforma punitiva nei confronti delle libere professioni, un testo che vorrebbe assoggettare l’intelletto al soldo. Nel luglio 2006, quando fu varato il decreto Bersani riuscimmo a stento a fermare una manovra che avrebbe consentito alle società di capitali di controllare gli studi professionali, togliendo alle professioni quell’autonomia e indipendenza di giudizio che sono alla base delle tutela dei cittadini. Gli Agronomi e Forestali, in virtù delle loro competenze, sono chiamati a collaborare a pianificazioni territoriali, allo studio di norme e progetti a tutela di beni comuni come l’acqua, il suolo e l’aria, oltre che alla salvaguardia della sicurezza alimentare. Lasciare che l’industria e i capitali controllino e condizionino l’operato delle professioni significa acconsentire a che gestiscano o spadroneggino, secondo la logica del puro profitto, anche sulle risorse naturali che sono patrimonio della collettività. I Dottori Agronomi e Dottori Forestali ribadiscono la profonda differenza esistente tra l’imprenditore e il professionista prestatore di servizi e di conoscenze, quali appunto gli Agronomi e Forestali chiamati a rispettare, oltre alle leggi, anche severe norme deontologiche, etiche e morali. Nell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali consideriamo azioni punibili, a norma del codice deontologico, non solo comportamenti apertamente illegali ma anche un operato scorretto che anteponga l’interesse del committente a quello della collettività, ledendo così uno dei principi fondanti delle libere professioni: la tutela del cittadino. Il Vicepresidente Lucarelli, nella sua attività quotidiana, ha un simile codice deontologico da rispettare?”

La dichiarazione del Vicepresidente di Confindustria Ennio Lucarelli nel corso dell’audizione sulla riforma delle professioni del 19 aprile 2007 alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati:  “Dall’altra parte, la scienza non è così chiara: l’ordine degli agronomi, ad esempio, forse si interessa di ambiente, di agricoltura, di grano e di generi alimentari, comunque di alimenti che coinvolgono tanta gente, ma non per questo abbiamo creato l’ordine dei gelatai che potrebbero avvelenarne facilmente altrettanta.”

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