aa

l'opinione

Ordinanza Turco sul cordone ombelicale

stampa

Approfondimento di un tecnico

L’ordinanza del 4/5/07 del Ministro Turco, che entra in vigore alla scadenza della precedente e riguarda “misure urgenti in materia di cellule staminali da cordone ombelicale” di fatto conferma che l’attività di conservazione debba essere effettuata esclusivamente in strutture pubbliche e in strutture assimilate, come presto dalla Legge 219/05, senza oneri per la donatrice qualora il sangue di cordone ombelicale venga donato per uso allogenico a scopi solidaristici oppure per uso “dedicato”, ossia esclusivamente per quel bambino o per consanguinei affetti da patologie che possano giovarsi del trapianto di cellule staminali o in caso di famiglie ad alto rischio di avere figli con malattie genetiche che possano essere curate con il trapianto di cellule staminali. L’ordinanza Turco rimanda la possibile apertura futura, preannunciando una iniziativa legislativa, ad una conservazione del sangue di cordone per uso autologo, sempre nell’ambito delle strutture pubbliche accreditate, prevedendo forse una possibile partecipazione della donatrice alle spese della conservazione, tenendo conto di fasce di esenzione per reddito. In attesa che la normativa disciplini la complessa materia, l’ordinanza autorizza l’esportazione del sangue cordonale all’estero, subordinatamente al consenso del Ministero della Salute, previo counseling con il Centro Nazionale Trapianti e previo accordo con la Direzione Sanitaria sede del parto. Generalmente il punto di vista di chi applica in terapia il trapianto di cellule staminali ematopoietiche è che non sia utile conservare il cordone per uso autologo perché a fronte delle problematiche di costi di gestione, di spazi necessari per lo stoccaggio, di costi per la riorganizzazione delle banche esistenti per rispondere alla attesa crescente domanda, poco probabile appare la possibilità che questo cordone possa servire per uso autologo in caso di futura malattia (attualmente è stimato che questo accada in 1/20.000 individui nei primi 20 anni di vita). In questo senso si è espressa recentemente anche l’associazione dei pediatri americani. Un aspetto veramente mai considerato è che la conservazione di cellule di cordone per uso autologo su ampia scala sia effettuata a carico di un sistema sanitario nazionale. Tuttavia è evidente negli ultimi anni l’interesse crescente del mondo scientifico a sfruttare le caratteristiche biologiche delle cellule staminali in nuovi ambiti terapeutici, alcuni forse ancora da prefigurare nel campo della medicina rigenerativa, e questo pone seri dubbi etici sulla opportunità di negare quello che rappresenta un diritto per l’individuo che potrebbe, forse un giorno, forse mai, trarre vantaggio dalla donazione autologa. L’altra faccia del problema è però la possibilità che l’autorizzazione alla conservazione per ipotetici fini autologhi del cordone sottragga cordoni alla donazione a fini solidaristici la cui attuale utilità è incontrovertibile. Resta il fatto che la stragrande maggioranza dei cordoni ombelicali viene attualmente gettata via per mancanza di informazione e soprattutto per mancanza di organizzazione delle strutture deputate alla raccolta. Su questo punto l’attuale ordinanza non sembra avere alcuna ricaduta. Il cordone ombelicale contiene una quantità relativamente elevata di cellule staminali, cioè cellule parzialmente differenziate in grado di formare moltissime cellule mature di diverso tipo. Il trapianto di cellule staminali da sangue di cordone ombelicale si è dimostrato una valida opzione terapeutica in molte patologie, tra cui leucemie, linfomi e talassemie. Attualmente in Italia il sangue di cordone donato a fini solidaristici e risultato idoneo alla conservazione viene mantenuto in strutture pubbliche, ossia nelle banche di sangue cordonale. Queste banche sono state autorizzate, secondo quanto sancito dall’ordinanza dell’ex-ministro Sirchia, con la quale veniva vietata l’istituzione di banche private per la conservazione di staminali da cordone destinate ad impiego autologo, cioè nello stesso soggetto che ha effettuato la donazione. Mentre in Italia era fino ad ora vietato, in diversi paesi fra cui gli USA sono state autorizzate banche private che offrono alle future partorienti la possibilità di conservare le cellule del cordone dei propri nascituri con costi intorno ai 2000 dollari. Queste banche pubblicizzano i propri servizi a volte lanciando messaggi che “colpevolizzano” i futuri genitori. Nel 2006 oltre 1500 donne si sono rivolte a strutture sanitarie all’estero per la conservazione del sangue di cordone ombelicale per uso privato, spendendo dai 1500 ai 3000 euro, spese aggiuntive per la conservazione escluse.

Serelina Coluzzi Dirigente Medico Dipartimento di Medicina Trasfusionale Roma Centro Azienda Policlinico Umberto I di Roma.

ultim'ora

Hacked By attacker >>>


Roma – 26 marzo. Ore 9,30 Sala Conferenze Camera dei Deputati. Dibattito pubblico “La Riforma delle Professioni che vogliamo”. Organizzato da Assoprofessioni. >>>


Cronistoria dell’attacco alle professioni: da Amato a Bonino via Bersani. >>>