Un nuovo schiaffo ai giovani che hanno rispettato le regole costituzionali.
L'Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili commenta indignata quanto apparso sulla stampa specializzata circa l'evoluzione di quello che dovrebbe diventare il testo parlamentare unificato di delega per la riforma delle libere professioni. Assurda e inaccettabile appare infatti l’idea di regolare la coesistenza di ordini ed associazioni proponendo la legalizzazione di quello che altro non è che un condono di ignoranza! L’Unione si domanda cosa accadrà se si accetterà il riconoscimento delle associazioni al pari degli ordini, chiedendosi, amareggiata portavoce di migliaia di giovani, a cosa sia servito rispettare le regole, studiare, superare esami per seguire un percorso formativo costituzionalmente previsto a tutela dell'interesse pubblico, quando chiunque potrà vantare un titolo professionale riconosciuto purché abbia esercitato una qualsiasi attività di assistenza tributaria (in taluni casi anche abusivamente - la recente pronuncia della Cassazione lo ribadisce!). L'Ungdc aveva tempestivamente predisposto i propri commenti alle successive versioni del disegno di legge, pubblicandoli e inviandoli agli interlocutori istituzionali con l'idea di contribuire fattivamente al dibattito. Commenti che, condividendo la necessità di una riforma del comparto, hanno sottolineato anche alcuni aspetti positivi del disegno di legge: l'introduzione dell'assicurazione obbligatoria; la composizione delle commissioni per gli esami di stato, con il ricorso a colleghi in misura non superiore alla metà dei componenti e comunque non della medesima sede; la temporaneità delle cariche degli organi di governo degli ordini; la distinzione tra organi disciplinari e organi di governo degli ordini; l'inclusione tra gli illeciti disciplinari dell'omesso aggiornamento della formazione professionale; la previsione dell'istituzione delle società tra professionisti anche multidisciplinari, per le quali l'Ungdc ha anche predisposto una propria proposta di legge. Anche sulle liberalizzazioni proposte dal decreto Bersani, l'Unione si era distinta nell'accogliere le ragioni del legislatore per gli aspetti che i dottori commercialisti hanno da tempo superato (abolizione dell'obbligatorietà della tariffa e pubblicità informativa) rilanciando e chiedendo che anche una serie di atti societari, quali cessione di quote e affitto o cessione di azienda, siano sottratti a costosi obblighi di autentica, oramai superati dall'attivazione del registro delle imprese. Appare però evidente che la proposta del governo nel complesso non coglie gli obiettivi dichiarati perché fondata su presupposti demagogici. Una riforma veramente modernizzante non deve soddisfare i desiderata di questo o quel gruppo di interesse, ma poggiare su reali dati e considerazioni di fatto, non dimenticando quanto previsto dalla Costituzione.