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In arrivo una stangata per 650mila autonomi dagli studi settore

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Aumenti medi delle tasse di 3.000 euro per effetto della revisione

Quasi 650.000 lavoratori autonomi, pari al 17% del totale, che hanno subito la revisione degli studi di settore si troveranno un aumento medio di 3.000 euro di tasse da pagare all'Erario. Lo segnala la Cgia di Mestre a pochi giorni dalla scadenza della presentazione della dichiarazione dei redditi per l'anno di imposta 2006. Le principali categorie economiche interessate da questa novità fiscale sono gli edili, i dipintori, i calzolai, i macellai, gli agenti immobiliari, i produttori di gomma e cosmetici, le autodemolizioni. Di questi, ricordano dalla Cgia, oltre il 70% lavora da solo. Secondo gli artigiani mestrini l'Amministrazione finanziaria ha reso molto più stringenti gli effetti degli studi su queste categorie, chiedendo a loro ricavi più elevati e conseguentemente imposte più alte da versare allo Stato. Ma le cose non andranno di certo meglio anche per gli altri contribuenti soggetti agli studi di settore. Grazie all'introduzione degli indici di normalità, gli studi di settore sono diventati molto più pretenziosi e, secondo la Cgia, si stima che la percentuale di soggetti congrui, ovvero rispondenti in prima istanza alle esigenze economiche avanzate dal fisco, scenderà dal 70% (valore riferito all'anno di imposta 2005) al 50%. ''Appare evidente - commenta Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - che è in atto una grande operazione di cassa. Si chiede agli autonomi di pagare di più anche se non hanno guadagnato, partendo dal principio che in queste categorie dilaga l'evasione fiscale. Non capiscono, invece, che stanno mettendo a repentaglio centinaia e centinaia di migliaia di micro aziende che rischiano di dover chiudere e tuffarsi nell'illegalità".
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