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l'opinione

Nessuno pensi di dividere le professioni

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di Michelina Grillo

Nella scorsa legislatura il percorso di riforma delle professioni ha subito negative battute di arresto, per la contrapposizione tra professioni regolamentate e non regolamentate, fornendo così un alibi ai particolarismi più beceri e ai conservatorismi più ottusi. Un conflitto che il passato governo non ha saputo né comporre né superare. L’attuale maggioranza, che si è mostrata pregiudizialmente ostile al lavoro autonomo e in particolare alle libere professioni, con la sua azione ha mutato il contesto e gli obiettivi di una riforma necessaria e indifferibile, ma delicata e perfino pericolosa, se non maneggiata con cura. Il decreto Bersani, ne è l’esempio più significativo: ha minato le fondamenta stesse degli ordinamenti professionali, e i principi fondanti di quello forense. Ma anche le successive dichiarazioni di autorevoli esponenti del governo, Presidente del Consiglio in testa, hanno fatto chiaramente cogliere un intento “punitivo” nei confronti del mondo professionale, ordinista o meno. Ciò ha innescato la rivolta di gran parte del lavoro autonomo, ed in primo luogo delle libere professioni. Tuttavia non abbiamo mai smesso di ricercare il dialogo, abbiamo invocato una effettiva concertazione, abbiamo auspicato che si superassero le sterili contrapposizioni. L’Avvocatura ha rivendicato per molto tempo, e correttamente, la specificità e la peculiarità della professione forense, e l’Organismo Unitario dell’Avvocatura sta ultimando – d’intesa con il Consiglio Nazionale Forense – un articolato specifico per la professione forense che attua i principi cardine approvati dall’intera avvocatura nei propri congressi, da ultimo nella seconda sessione del XXVIII Congresso Nazionale Forense (settembre 2006). Questo testo sarà a breve congiuntamente siglato e diffuso. La riforma dell’ordinamento forense è ogni giorno più urgente, e i connotati di specificità non sono certo venuti meno, ma è chiaro che nell’attuale contesto purtroppo non appare univoca la volontà politica a riguardo. Chiediamo quindi, prima di ogni altra cosa, che venga fatta definitivamente chiarezza sul percorso che si intende seguire, ponendo fine ad una altalena di affermazioni che alimentano confusione e disagio e tendono, neppure troppo nascostamente, così come altri recenti interventi (vedi questione autentica trasferimenti immobiliari), ad alimentare divisioni nell’ambito di un mondo professionale ricompattato e perciò più forte. È a tutti noi chiaro che in questa situazione pare miope e velleitario pensare di insistere nella richiesta di una legge speciale, indipendentemente ed a prescindere dal contesto generale delle professioni. Per questa ragione, intervenendo sul tema della globale riforma delle professioni, ribadiamo che è necessaria una sintesi ragionata dei testi esistenti in Parlamento, che conduca all’approntamento di un testo unificato e il più possibile condiviso, sì da ottenere l’impegno ed il sostegno di tutte le forze politiche ed anche il consenso delle rappresentanze delle categorie professionali, nel rispetto dei principi ritenuti dall’avvocatura ineludibili, ed affermati anche dal Parlamento europeo e più volte ribaditi dalla nostra Corte Costituzionale e dalla Corte di Giustizia delle Comunità Europee.

Scarica il testo del documento consegnato al Parlamento.

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