Il futuro delle professioni è un patto tra giovani
Salvatore Frattallone. (Avvocato, Segreteria del Presidente Aiga)
Chi ha un lungo orizzonte davanti a sé ha una rilevante prospezione di rinnovamento! Così ha esordito la giornalista Barbara Carfagna all’incontro del 5 Giugno 2007 tra Parlamentari under 45 e Giovani Professionisti, tenutosi a Palazzo Marino a Roma. Il serrato confronto é stato dedicato al ricambio delle classi dirigenti, all'affermazione del merito, alla valorizzazione delle competenze. Le scelte, nel nostro Paese, molto spesso prescindono da criteri oggettivi e sono basate sulle relazioni interpersonali, con la conseguenza di lasciare fuori dagli ambiti decisionali chi, pur avendo importanti capacità, non rientra o rifugge da tali dinamiche. Per scardinare questo sistema, penalizzante soprattutto per i giovani, occorrono regole nuove. Come osservato da Valter Militi, Presidente dell'Associazione Italiana Giovani Avvocati, va cambiato il metodo di selezione della classe dirigente: i criteri attuali non consentono di utilizzare le migliori energie perché la scelta é frutto di meccanismi oggettivamente non condivisibili, piuttosto che basarsi su un merito effettivamente verificabile. Il Presidente Aiga ha citato esemplificativamente la cooptazione e gli incarichi troppo “fiduciari” quali nodi da scogliere, unitamente a quello delle liste bloccate, che costituiscono la cartina di tornasole di un sistema distorto, che attribuisce a pochi, e sempre uguali, “illuminati” il potere di decidere chi deve rappresentarci in Parlamento. Si é osservato che s'impone una decisa inversione di tendenza per recuperare il vero senso della politica ed evitare di rifugiarsi nel qualunquistico desiderio di antipolitica, che é rimedio peggiore del male. Ottimi spunti di riflessione sono peraltro giunti, all'unisono, dagli altri giovani leader delle libere professioni. Michele Testa, per i Giovani Dottori Commercialisti, ha posto l'accento sul fatto che l'esplosione degli ingressi nel mondo professionale evidenzia come non ci sia nulla da liberalizzare e, anzi, sia impellente riformare l'università, con laboratori pratici negli studi professionali. Marco Ghionna, per i Giovani Ingegneri, ha richiamato l'attenzione sulle molteplici norme civetta che inibiscono ai giovani di accedere, presso le p.a., a incarichi professionali. Elisabetta Mazzola, per i Giovani Architetti, ha dichiarato che é necessario battersi per la meritocrazia, creando tavoli d'intesa tra comuni e provincie. Dario Ricolo, per i Giovani Notai, si é scagliato contro la miopia della classe politica, carente di quella progettualità di lungo periodo che sola può portare, anche in tema di qualità della formazione, a cambiamenti profondi, non affidati alla decretazione d'urgenza e alla fiducia. I giovani deputati hanno quindi unito le loro voci, consci che le professioni chiedono soluzioni non rinviabili. Gennaro Migliore (R.C.), preoccupato per le preclusioni all'accesso dei giovani nel circuito della partecipazione ai luoghi di potere, ha invitato a riflettere sulla posizione dei parasubordinati collaboratori di studio, criticando anche la bipartizione degli studi universitari in corsi triennali e biennali. Per l'ulivista Misiani la sfida delle riforme richiede una intesa trasversale, poiché il mondo delle professioni é comandato dalle medesime persone da decenni. Per Salvatore Raiti (I.D.V.) va apprezzata la scelta dei Giovani Professionisti di relazionarsi, per rimuovere i pesi che tengono fermo il Paese. L'idea di un pacchetto di proposte comuni a tutte le professioni é stata colta con favore anche dal forzista Enrico Costa nonché da Erminia Mazzoni (U.D.C.), che ha auspicato un confronto più duraturo tra giovani della politica e delle professioni e un reale ricambio ai vertici delle istituzioni. É dunque emerso, dal dibattito alla Camera, che le libere professioni vogliono contribuire, attraverso il confronto con gli altri protagonisti della società, a migliorare il sistema-paese. Il partito demografico, che costituiva il leit motiv dell’incontro, lungi dal tradursi in una nuova compagine politica, vuole lanciare l’idea di una piattaforma comune tra i Giovani del Paese, legando, attraverso il dialogo, professionisti, imprese, mondo politico e sindacale, ed evitando contrapposizioni tra soggetti e categorie attraverso cui si alimentano soltanto pericolosi conflitti sociali.