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l'opinione

La Torre di Babele c’era una volta?

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Antonella Andreella

Nel febbraio 2005, sul finire della scorsa legislatura, prende il via una raccolta di adesioni per verificare l’interesse della categoria a favore dell’istituzione dell’ordine professionale dei traduttori e interpreti (Pdl C. 766 – On. Angela Napoli). Sebbene la proposta fosse stata presentata all’inizio della legislatura, nessun segnale era ancora giunto da parte degli interlocutori della categoria. Non ci è dato sapere perché e forse ora non è più importante. Ciò che adesso conta, invece, è che ad oggi le firme si avvicinano alle 1.700, ma la tendenza è ancora in crescita (www.altrinit.org) e pur sommando tutti gli iscritti alle varie associazioni di categoria non si arriverebbe ad un numero simile. Si badi bene, l’iniziativa parlamentare dell’On. Angela Napoli non era nuova per la stessa Napoli e già nell’VIII legislatura l’On. Bubbico aveva presentato la proposta N. 1038 per l’istituzione dell’ordine professionale dei traduttori e interpreti. E non fu un caso isolato, perché nelle successive legislature altre proposte si avvicendarono, senza mai godere dell’attenzione che avrebbero meritato. Ora si sa, il tempo vola, e di legislatura in legislatura il ritardo accumulato nel riconoscere la nostra professione è ormai imbarazzante. Lo scorso 13 luglio l’On Angela Napoli ha presentato una nuova proposta per l’istituzione dell’ordine professionale dei traduttori e interpreti, frutto anche del lavoro svolto nel frattempo dall’associazione “Comitato ALTRINIT”, costuitasi con atto pubblico e con l’unico scopo di portare a compimento il mandato implicitamente ricevuto dai tanti colleghi. Noi siamo fiduciosi che l’attuale Parlamento saprà dare il giusto valore alle nostre istanze, oltre che alla trasparenza, alla trasversalità e alla democraticità della nostra iniziativa, quindi avviare l’iter parlamentare e concluderlo positivamente in tempi ragionevoli. Del resto, come scrive Del Boca, presidente dell’ordine dei giornalisti, non è necessario abolire ciò che non funziona, è sufficiente migliorarlo. Gli ordini professionali devono essere riformati? Benissimo. Ciò non toglie che si possano riconoscere altre professioni, istituire i relativi ordini professionali e riformarli tutti quando si giungerà ad una proposta puntuale, perché il rischio è quello di intervenire senza un progetto organico che raccolga il dovuto consenso delle professioni coinvolte. Bloccare il riconoscimento delle professioni e addurre come motivazione il fatto che gli ordini professionali devono essere ripensati è poco credibile, ma soprattutto rischierebbe, nella migliore delle ipotesi, di tradire una mancata attenzione alle istanze reali delle professioni, nonché dei fruitori delle loro prestazioni, e nella peggiore delle ipotesi, di avvalorare il pensiero cui si vuole “dar modo agli squali della finanza industriale di dare l'assalto ad un mercato sano e tutto da mungere” (Dott. Massimo Cavallari su MondoProfessionisti 01/09/2006). D’altro canto, un eventuale sistema duale di ordini professionali ed associazioni certificanti costituirebbe, a nostro modesto parere, come minimo una contraddizione nei termini. Delle due l’una: i requisiti di ammissione agli ordini professionali non sono abbastanza certificanti oppure, se invece lo sono, si adotta questo come pretesto per creare comunque ciò che non c’è quando sarebbe sufficiente migliorare ciò che c’è. Ma a che o a chi giova?  Resta il fatto che non ha senso negare un riconoscimento che si incardina su principi in essere in virtù di principi ancora in divenire. Per deformazione professionale saremmo tentati di tradurre così: campa cavallo... Per concludere, la professione del traduttore e quella dell’interprete sono tutt’altro che nuove. Senza voler andare troppo indietro, basterebbe fermarsi alla traduzione dall’ebraico in latino dell’Antico Testamento da parte di San Gerolamo, la cosiddetta Vulgata. Oggi la vera novità potrebbe essere che il Parlamento finalmente riuscisse a riconoscerci! Noi siamo fiduciosi e, soprattutto, lo auguriamo a tutti coloro che dei nostri servizi si avvalgono.

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