Per una riforma delle professioni condivisa
di Alessandra Fidanza - Architetto
Ogni riflessione sul tema della riforma delle professioni non può prescindere dalla drammatica emergenza occupazionale dei giovani professionisti, che non riescono a trovare collocazione nel mondo del lavoro, né tantomeno gratificazione per gli sforzi profusi per completare un lungo percorso di studio ed aggiornare, con spendita di importanti energie, la propria formazione. Recentemente si è costituita la rete nazionale dei giovani architetti, Giarch, che riunisce le associazioni e le consulte giovanili operanti sul territorio nazionale. L’esigenza che si intende ribadire è quella di una riforma adeguata ai tempi, frutto di concertazione con i giovani, cresciuti numericamente negli ultimi anni tanto da costituire oltre il 50% del ceto professionale. Chiediamo con forza di essere coinvolti nel processo di riforma, proprio perché si discute del nostro futuro e saremo noi i principali destinatari di ogni cambiamento a venire. Il cambiamento deve partire da una compiuta analisi dei problemi e tener conto delle difficoltà per chi opera, senza alcuna tutela, in un mercato sempre più spietato. In Italia non è riconosciuto il ruolo fondamentale che la figura dell’architetto deve poter giocare per contribuire al miglioramento delle condizioni di vita di tutti. In generale, la centralità del progetto architettonico ed il perseguimento di obiettivi qualitativi nell’architettura non vengono considerati elementi imprescindibili per la corretta gestione delle trasformazioni e del disegno delle città. Gli architetti dovrebbero invece partecipare più attivamente alle trasformazioni del territorio, del paesaggio e dell’ambiente in generale. Siamo soprattutto noi “giovani” architetti a dover raccogliere la sfida della sostenibilità, fungendo da cerniera tra sviluppo economico e sostenibilità ambientale, collaborando alla crescita del benessere del Paese e coltivando un progetto di rinnovamento tanto ambizioso quanto completo. Vogliamo raccogliere la sfida della globalizzazione facendo del confronto un’arma a nostro favore, piuttosto che un nemico da combattere. Desideriamo anzi promuovere un più stringente confronto con l’UE ed il mercato internazionale, consci che l’Italia non può restare in un guscio ma deve proporsi come partner credibile su scala globale. Tali obiettivi vanno perseguiti promuovendo nel Paese un generale rinnovamento culturale, che deve necessariamente passare attraverso un ricambio generazionale nei diversi settori della società. Il presupposto comune a tutte le strategie di intervento è quello di utilizzare a tutti i livelli i criteri meritocratici, sì da poter premiare talento e capacità e riuscire a governare le esigenze di trasformazione economica e sociale.