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l'opinione

Lo Smi si presenta a Roma

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In occasione di questa iniziativa, nel corso di una tavola rotonda, si è discusso dei tagli al servizio sanitario regionale annunciati dall’assessore alla Sanità Augusto Battaglia, rispetto ai quali rimane forte la critica e l’opposizione di questo sindacato. Proprio il 12 giugno scorso sono stati resi noti i contenuti della delibera per il riallineamento dei fondi contrattuali dei dipendenti della sanità regionale: medici, infermieri e dirigenti non medici. Per Gian Marco Polselli, segretario regionale del Sindacato dei Medici Italiani-SMI, la situazione è oltremodo preoccupante: «In modo ironico si è parlato di passaggio dalla finanza “creativa” della precedente Giunta, alla finanza “tombale” della Giunta attuale. Viene chiesto di fatto un sacrificio ai lavoratori della sanità per ridurre il deficit regionale, con prevedibili danni gravissimi per sanità laziale».  Per lo SMI questa complessa operazione porta ad un taglio per il sistema sanitario regionale di circa 40 milioni di euro nel 2007 e di cifre progressivamente più elevata negli anni successivi. Ed è contro questa filosofia che tutti i sindacati medici e della dirigenza non medica, hanno già proclamato lo sciopero regionale della sanità per il 11 luglio 2007. «Da un lato vengono chiesti sacrifici a tutti gli operatori della sanità – ha aggiunto Polselli – dall’altro in modo incredibile il Consiglio Regionale del Lazio approva una legge sullo spoil system, per sostituire la normativa precedente, perché dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale, che regala 5 milioni di euro ai manager delle ASL reintegrati dal Consiglio di Stato a scopo di “equo indennizzo”. Dopo il danno la beffa, per chi è l’anima e la sostanza della sanità regionale: i medici e tutti gli altri operatori. E con buona pace dei servizi per i cittadini». In Italia siamo complessivamente oltre 350.000 medici, il 10% dei quali è iscritto al nostro ordine  provinciale.  Cifre forti, numeri che fanno gola tanti nostri amministratori e politici, numeri che potrebbero e possono spostare assetti politici, possono far cadere e vincere governi, influenzare in maniera forte l' opinione pubblica.  Alle  nostre forti  cifre di rappresentanza , fa invece da contraltare un pesante declino della categoria: 350000 medici  “ostaggio” di incalzanti campagne di stampa e di Media che ne offendono la dignità  e la durezza di un quotidiano sacrosanto e capillare impegno quotidiano, sull' altare mediatico di una “malasanità” che ha quasi sempre altre motivazioni e implicazioni differenti, e che noi dello SMI respingiamo con vigore.  Centinaia di migliaia di colleghi lavorano quotidianamente, in silenzio, con abnegazione e dedizione, con costanza di impegno e forti principi etici, in situazioni di grave disagio, stretti tra le morse delle “cosiddette ristrettezze economiche” ed il dovere morale e deontologico di rispondere ad aumentati e pressanti bisogni di salute: anziani, cronicità, indigenza.  Questa “impasse” non può e non deve essere ignorata dall' Ordine dei medici e, men che meno, dall' Ordine dei Medici di Roma che, non lo dimentichiamo, è il più grande Ordine di medici  d' Europa ( con un bilancio economico di  circa 5 Milioni di Euro/anno. Un Ordine che dovrebbe poter influire decisamente ed orientare scelte e decisioni in favore della categoria non solo a livello Italiano ma anche europeo. Così invece non è. Dal Dicembre 2006 abbiamo un nuovo Codice Deontologico, che è “Carta costituzionale dei diritti e dei doveri della professione medica e odontoiatrica”.  Affronta tematiche nuove, correlate alle mutate esigenze di una popolazione in continua trasformazione e globalizzazione: Inizio e fine della vita, libertà di cura e interruzione delle stesse, eutanasia,fecondazione assistita, donazione e trapianti d'organo, ricerca e conflitto d'interessi.  Problematiche di forte impatto sociale e culturale che investono direttamente la nostra attività di tutti i giorni,coinvolgendola pesantemente e con pesanti ricadute in termini di responsabilità civile e penale. Tuttavia ad aumentate richieste di responsabilizzazione professionale,civile ed etica non ha fatto seguito una correlata crescita della categoria, invece mortificata dal progressivo calo di rilevanza sociale (come può essere attento ad esigenze etiche e di impegno chi stenta a far quadrare e conti della propria famiglia!).  I contratti di lavoro, e termino con questo, li seguono i sindacati da una parte e il governo dall' altra.  Ma chi deve vigilare affinché gli strumenti operativi e contrattuali che ci vengono proposti siano consoni al decoro della categoria?  Noi dello SMI vogliamo  che di tutte queste mancate occasioni, di queste essenziali esigenze di tutela della professione, di questo con forza, gli Ordini dei medici si occupino, vigilando attentamente e prendendo posizioni serie concrete e visibili  ( quei  5 milioni di euro di bilancio anno basteranno si o no  a comprare qualche pagina di giornale per dire a tutti che i medici italiani non sono negligenti e imperiti ma seri professionisti sempre in trincea tutti i giorni, nonostante tutto e tutti? O dobbiamo solo leggere le pagine intere di propaganda politica di alcune regioni che sfruttano il nostro lavoro e il nostro  nome per il loro scopi?) perché la promozione della categoria, la difesa della dignità del ruolo e delle funzioni non vengano offese da posizioni contrattuali deboli e sminuenti.  Un Ordine dei medici i espressione di Unità della categoria e non solo  casa di alcuni, un Ordine espressione di Doveri e Responsabilità ma anche luogo di tutela forte dei nostri  sacrosanti Diritti.

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