Ordinamento giudiziario: No a colpi di mano o a voti di fiducia
di Michelina Grillo
Un governo serio dovrebbe prendere atto che la proposta di riforma dell’Ordinamento giudiziario del ministro Mastella è stata bocciata, tra le altre voci, da uno dei soggetti essenziali della giurisdizione, gli avvocati. Giustificato malcontento serpeggia anche all’interno delle forze della stessa maggioranza. L’unica cosa da fare è riaprire il dibattito dentro e fuori dal Parlamento, evitando forzature. Sarebbe gravissimo che su un progetto del genere si strozzasse la discussione con l’ennesimo voto di fiducia. Il progetto Mastella piace solo ai giudici che l’hanno ispirato. Si riafferma così l’idea, che speravamo ormai abbandonata per sempre, che il magistrato sia l’unico “Signore” della Giustizia, che tutto decide e si controlla da sé. Come se non bastasse, i magistrati hanno scambiato la legge sull’Ordinamento giudiziario con una trattativa per il rinnovo del loro contratto di lavoro. Così si rimane ostaggio della brama corporativa delle associazioni della magistratura, anzi della parte più sindacalizzata. Con la soppressione della presenza degli avvocati nei Consigli Giudiziari, poi, si segna una ulteriore tappa nella emarginazione dell’avvocatura dal sistema e si elimina ogni voce esterna nella filiera di valutazione dei magistrati. Chiediamo al Parlamento di non spegnere la luce sulla possibilità di avere una giustizia migliore e di non cedere su un valore essenziale della società democratica: rivendichi con forza a se, senza condizionamenti, le scelte e i giudizi su mezzi e strumenti più idonei a restituire dignità all’ordinamento giudiziario e funzionalità al sistema nel rispetto dei soggetti e dei principi. Al Governo, per contro, chiediamo di rispettare le istituzioni del paese, e di non strozzare ma garantire un libero dibattito su questo progetto, dentro e fuori dal Parlamento, evitando quindi di fare ricorso all’ennesimo voto di fiducia. Sono in gioco i diritti dei cittadini.