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l'opinione

Professioni: un momento difficile

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Elena Zunino. Presidente Ape

Con la riforma universitaria ci ritroviamo di fronte a una grande opportunità per far rinascere un sano spirito innovatore all’interno degli ordini. Purtroppo la figura professionale dell’ingegneria, sia esso junior o senior sta attraversando momenti difficili. L’associazione Ape (Associazione Professionisti Europei Laureati ) ha come fini di promuovere e sostenere qualsiasi iniziativa volta a migliorare la vigente normativa in favore dei laureati, tra cui il riconoscimento della loro professionalità nei paesi membri della comunità europea; promuovere l’armonizzazione delle legislazioni nazionali per favorire lo spostamento dei professionisti fra i paesi della comunità europea, promuovere l’inserimento dei laureati nel mondo del lavoro e della libera professione, promuovere e mantenere rapporti con le rappresentanze del mondo istituzionale e politico. Ape ha presentato durante le elezioni politiche un documento di buoni propositi per il futuro governo. Molti punti di quanto proposto sono stati raccolti opportunamente dal governo, ma noi ci auguriamo che le stesse richieste che rappresentano i desiderata delle nuove generazioni di professionisti vengano ascoltate dagli Ordini. Desideriamo un sistema attivo che premi la meritocrazia, desideriamo poter dimostrare la nostra capacità, anche di sbagliare, forse, ma in primis di portare innovazione  energia, rilancio economico. Domandiamoci perché molti di noi si scandalizzano per il decreto Bersani quando le tariffe minime non sono applicate, ormai, da anni. Ho sentito ventilare l’ipotesi dell’ordine “conglomerato” dei tecnici con dentro ingegneri periti, geometri, agrotecnici. Laureati e non laureati, casse pensioni in attivo e in passivo che si fondono. Con queste premesse siamo tutti molto preoccupati. Sto parlando di ordine conglomerato e non albo unico dei tecnici laureati che aveva un suo significato con la precedente legislatura e la riforma Moratti della scuola superiore, dove i professionisti non laureati si sarebbero estinti con la chiusura degli istituti superiori tecnici. L’onorevole Zappalà in Europa ha equiparato i diplomati alle lauree triennali, ora si paventa l’idea dell’abolizione del valore legale del titolo di studio e a cosa stiamo pensando?A dargli ragione istituendo un ordine conglomerato con laureati e non laureati tutti insieme appassionatamente, dove il valore della laurea non conta più niente e facilitando il lavoro a chi già prospetta l’abolizione del titolo. I giovani si aspettano poche parole e molti fatti. Si aspettano il rispetto e il decoro della professione, si aspettano di essere guidati dall’esperta mano dei senior; si aspettano segnali chiari di ripresa e di attenzione dopo questo innaturale stato di torpore della nostra professionalità tecnica. Intorno a noi hanno avanzato innumerevoli categorie di agguerriti pseudo professionisti, mentre l’unica preoccupazione che si coglieva dal nostro consiglio nazionale era quella di mettere i giovani triennali nel recinto delle competenze “facili”, mentre i lupi già divoravano il branco. Secondo i dati statistici dai noi raccolti sulle carriere dei giovani, i triennali stanno già dimostrando dati alla mano di saper lavorare bene, di avere dignità professionale e senso del rispetto della deontologia, occupando ruoli dirigenziali nelle pubbliche amministrazioni e manageriali nelle aziende. Abbiamo, dopo 5 anni dall’ingresso del dpr 328/01, un ricorso pendente al consiglio di stato presentato dal precedente CNI. Il precedente CNI ha perso già al TAR, rimettendoci le spese legali. I giovani vogliono capire quale etica professionale giustifica l’utilizzo delle loro quote di iscrizione per presentare un ricorso contro di loro stessi. Fortunatamente non si può fermare il tempo che scorre, non si può fermare l’innovazione e il futuro, tanto meno lo deve fare un Ingegnere. L’età delle pietre non è finita perché sono finite le pietre. Un buon proposito del nuovo consiglio nazionale ingegneri potrebbe essere quello di dimostrare l’intelligenza di ritirare il ricorso contro il 328, che è un ricorso contro i giovani e che potenzialmente lascerebbe migliaia di nostri giovani colleghi senza lavoro e senza Albo. I giovani sono fiduciosi che il nuovo consiglio nazionale si sia rinnovato e si aspettano molte certezze, sarebbe stato molto moderno inserire qualche donna. Serve una politica che incentivi le professioni come le imprese, in particolare per i giovani, serve una revisione forte degli studi di settore del post bersani, serve la formazione obbligatoria per tutti e vincolante per restare iscritti, nei nostri migliori sogni una certificazione delle competenze indipendente.  La concorrenza piace a chi sa dimostrare il proprio valore, la concorrenza ci sollecita a migliorarci, giorno dopo giorno. Per concludere consentitemi un appello spassionato in favore dei laureati in informatica. Ben vengano se portano un sano spirito innovatore tecnico e costruttivo, il settore dell’ITC sarà il cardine dello sviluppo tecnologico futuro. Ben vengano gli scontri, i dibattiti accesi e le riforme. Niente è duraturo o definibile in assoluto…un handicap può diventare un vantaggio, un punto di forza se soltanto riusciamo a considerato in un’altra prospettiva, facendovi perno, magari, invece di tentare di rifiutarlo.

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