Caro Sirica, sono perplesso
Lettera di Romeo La Pietra, presidente Cup di Udine
Scrivo la presente per manifestare alcune nostre considerazioni sulla raccolta delle firme per la proposta di legge d’iniziativa popolare del testo messo a punto dal CUP. L’avvio della raccolta delle firme , dopo essere stato a lungo rinviato, è avvenuto recentemente in un quadro di contesto generale che non può non creare perplessità sull’esito finale dell’iniziativa. Né può certo passare in silenzio il titolo apparso a cinque colonne sul Sole/24 ore del 9 giugno scorso tratto da una dichiarazione del presidente di un’autorevole categoria, peraltro rimasto senza replica, “IL CUP HA FALLITO LA SUA MISSIONE”. Non sfugge a nessuno che dichiarazioni di questo tipo alla vigilia della raccolta delle firme, oltre che creare un profondo disagio e confusione nella base dei professionisti, non possono che minare e l’immagine e la credibilità del CUP e della sua iniziativa. L’idea di tradurre in proposta di legge il testo messo a punto dal CUP era maturata nell’autunno- inverno scorso dopo un periodo di forte contrasto tra il governo ed i professionisti successivamente al decreto Bersani ed al disegno di legge Mastella approvato dal governo il primo dicembre scorso. Tale iniziativa continuava sul solco della manifestazione di Roma del 12 ottobre dell’anno scorso in un eccezionale clima di unità delle categorie professionali e di forte contrasto con governo e parlamento. Ci si chiede ora se quel quadro in cui era maturata la scelta di tale iniziativa è oggi ancora attuale e soprattutto ci si chiede se oggi sia funzionale agli obiettivi dei professionisti portarla a compimento, quando i due aspetti, sopra ricordati, che hanno determinato all’epoca la scelta sembrano oggi in larga parte essere venuti meno. Le recenti aperture provenienti dal parlamento e da vertici di governo indicano un superamento di quella posizione di muro contro muro con i professionisti che ha caratterizzato l’ultimo anno e in particolare le ultime dichiarazioni da parte di autorevoli parlamentari indicano un abbandono del disegno di legge del governo con l’intento di approdare ad un nuovo testo senza “deleghe” e più orientato verso le istanze dei professionisti. Da un lato é mutato dunque l’atteggiamento di governo e parlamento nei confronti delle professioni, dall’altro , ed è ciò che preoccupa maggiormente, è cambiato il clima di unità e di compattezza delle varie categorie professionali. Stupisce infine che in questa cruciale fase non ci si sia avvalsi della Conferenza dei CUP e della sua Segreteria , organismo che avrebbe sicuramente dato impulso al rapporto con la base, essenziale per l’obiettivo posto. Se questo allora è lo scenario attuale, dove a breve è atteso un nuovo testo di riforma del parlamento tutto da valutare, dove le categorie professionali sono ben lungi dall’avere una impostazione unitaria e dal fare quadrato attorno al CUP e dove ancora l’ormai imminente fase feriale estiva di certo non si presta favorevolmente per la raccolta delle firme con il rischio di trovarci a settembre con un numero irrisorio di adesioni, ci si chiede se non sia più opportuno e conveniente sospendere fino a settembre la raccolta delle firme rinviando la decisione di proseguire nell’iniziativa a dopo le valutazioni sul nuovo testo atteso dal parlamento e, soprattutto, dopo una indifferibile fase di chiarimento interno. In questo senso proponiamo di aprire immediatamente all’interno del CUP una fase di chiarimento convocando la Conferenza, sede naturale per il più ampio dibattito. E di sospendere la raccolta delle firme in attesa del testo del disegno di legge del parlamento e rinviare a settembre la decisione se proseguire o meno nell’iniziativa in base alle valutazioni sul testo emanato dal parlamento e in base al chiarimento di cui al punto precedente.