Statuto del contribuente in Costituzione
Lo chiede la Lapet in audizione al Senato
Trasformare la legge 212/2000, ovvero lo Statuto del contribuente, in una legge costituzionale. La Lapet ha presentato tra le altre anche questa proposta stamattina, giovedì 12 luglio 2007, in audizione presso la commissione Finanze e tesoro del Senato. Il presidente dell’associazione nazionale dei tributaristi, Roberto Falcone, è stato infatti convocato dal presidente della commissione, il senatore Giorgio Benvenuto per relazionare sui rapporti Fisco-contribuenti e sullo stato di attuazione dello Statuto del contribuente. “Elevando questa norma ad un rango superiore – evidenzia Falcone – e trasponendola in una legge costituzionale, si possono evitare tutte le probabili modifiche attraverso legge ordinaria, che di continuo disattendono lo Statuto del contribuente”. Ma non solo. Mediante la sua proposta, la Lapet ritiene possibile perseguire effettivamente l’obiettivo primario del sistema fiscale, raggiungendo una maggiore certezza normativa. “Attualmente – spiega il presidente della Lapet – numerosi provvedimenti in materia fiscale contrastano i diritti del contribuente che scaturiscono dallo Statuto creando anche difficoltà ad adempiere all’obbligazione tributaria”. Altro suggerimento proposto, una “razionalizzazione e riorganizzazione delle norme fiscali, mediante l’adozione di Testi Unici che riuniscano le disposizioni afferenti allo stesso ambito, al fine di conseguire un’opera di razionalizzazione della disciplina fiscale. L’obiettivo verso cui tendere – sottolinea il presidente della Lapet – è un sistema fiscale semplice, basato su poche norme”. E, in questa riorganizzazione, il dialogo tra i professionisti e l’Amministrazione finanziaria dovrebbe essere costante e proficuo. “I professionisti – avverte Roberto Falcone – dovrebbero essere chiamati a fornire osservazioni e suggerimenti circa gli aspetti normativi relativi alla propria attività, in una fase precedente all’emanazione della norma e non a iter concluso”. L’intento finale di questo ragionamento non è soltanto accrescere la fiducia dei cittadini verso il Fisco, migliorandone i reciproci rapporti, ma anche combattere quei fenomeni di elusione e evasione delle imposte a cui molto spesso il contribuente ricorre a causa appunto della mancanza di questa stessa fiducia.