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Qualifiche, un decreto di recepimento che non recepisce

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La Lapet boccia lo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali

Per il presidente dell’associazione nazionale dei tributaristi, Roberto Falcone, si tratta di un decreto di recepimento che non recepisce. Il testo dovrebbe essere l’esatta emanazione della direttiva sul Riconoscimento delle Qualifiche professionali, ma nell’articolo 25 finisce per tradirla. Così come modificato è perciò da bocciare per due ragioni. Prima di tutto perché gli Stati membri dell’Unione europea hanno l’obbligo assoluto di traslare nei loro ordinamenti le normative comunitarie. E la bozza di decreto non rispecchia fedelmente le previsioni dell’articolo 15 della direttiva Qualifiche. Poi perché l’obiettivo principale della normativa europea è favorire la mobilità dei servizi professionali. Ma le nostre rappresentanze professionali, in caso di approvazione definitiva del testo, si vedrebbero private del diritto di istituire le piattaforme comuni. Insomma, il decreto legislativo appare inadempiente rispetto alla disciplina comunitaria, suscettibile di censura da parte delle stesse istituzioni europee, e da quelle italiane, per incompletezza. L’articolo 15 della direttiva è infatti chiaro: Le piattaforme comuni definite nel paragrafo 1, possono essere sottoposte alla Commissione dagli Stati membri o da associazioni o organismi professionali rappresentativi a livello nazionale ed europeo. E col termine associazioni non si può di sicuro intendere solo quelle di stampo anglosassone. Non soltanto perché, se così fosse, il recepimento della direttiva Qualifiche non potrebbe avvenire nella maggior parte dei Paesi europei. Non tutti i 27 Stati membri infatti hanno una regolamentazione professionale riferita solo ad ordini o collegi. Ma anche perché si parla espressamente di associazioni o organismi professionali rappresentativi a livello nazionale ed europeo. Basti pensare ad Assoprofessioni, organismo attivo del Ceplis, il Consiglio europeo delle libere professioni. Perciò, la Lapet chiede con urgenza il ripristino della prima versione del testo formulato dal Dipartimento delle Politiche europee, più fedele alla direttiva Qualifiche. Le modifiche che si vogliono approvare rappresentano una mortificazione per tutti i professionisti, ordinistici e non, sminuendone l’importanza a livello nazionale ed europeo, visto che solo i ministeri competenti potranno definire le piattaforme comuni ai fini del reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali.
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