Noi siamo pronti
La Lapet presenta la Cassa di previdenza tributaristi/revisori contabili
Siamo favorevoli all’ingresso dei senz’albo nelle casse di previdenza delle gestioni ordinistiche affini. Le dichiarazioni rilasciate alla stampa da Pierluigi Mantini, relatore alla Camera del progetto di riforma delle professioni, a proposito della possibilità di inserire nel provvedimento una nuova formulazione relativa alla possibilità di riunire professionisti ordinistici e non in casse di previdenza comuni, purché simili, una volta ottenuto il riconoscimento, non possono che trovarmi d’accordo. Da circa due anni la Lapet sta lavorando assiduamente al progetto di costituzione della cassa di previdenza comune tra tributaristi e revisori contabili, avviando pure contatti con i ragionieri al fine di valutare una possibile confluenza dei nostri iscritti nella loro cassa previdenziale trattandosi di professioni affini. Ipotesi tra l’altro prevista già dalla legge 243/2004 che ha dato la possibilità agli enti previdenziali di accorparsi tra loro nonché includere altre categorie professionali similari di nuova istituzione. Con il suo progetto, dunque, l’associazione ha precorso i tempi, anticipando la volontà che è oggi del comitato ristretto per la riforma delle professioni o, perlomeno, di una parte consistente di esso. L’obiettivo duplice, poi, di evitare il proliferare di nuove casse e di ampliare la platea degli iscritti, è piuttosto valido per la Lapet, che condivide anche l’intenzione di prevedere il requisito della laurea triennale per i tributaristi al termine di un congruo periodo transitorio. Anche perché da anni oramai la nostra associazione iscrive solo laureati. Mentre la salvaguardia per i vecchi professionisti consentirà anche a chi non possiede il titolo di studio, ma ha comunque un’esperienza di lunga data, di esercitare l’attività. Questo però, non può e non deve assolutamente essere causa di rallentamento della presentazione della nuova proposta alle commissioni congiunte Giustizia e Attività produttive. Non consentiremo che si perda altro tempo per l’approvazione di un provvedimento urgente come la riforma delle professioni. Occorre nell’immediato riprendere l’iter del disegno di legge. Correttivi e altri accorgimenti potranno arrivare tranquillamente in un secondo momento.