Un vademecum ai parlamentari su direttiva qualifiche e riforma delle professioni
Lo ha consegnato Assoprofessioni alla Camera
Direttiva qualifiche e riforma delle professioni, Assoprofessioni invia le sue osservazioni a tutti i componenti delle commissioni Giustizia e Attività produttive. Nello specifico, sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2005/36/CE, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, Atto Camera numero 134, il segretario generale della confederazione delle associazioni delle professioni non regolamentate, Roberto Falcone, suggerisce che “è necessario all’articolo 25 (piattaforme comuni) comma 4, in relazione ai requisiti che devono possedere le associazioni delle professioni non regolamentate per essere iscritte presso il Registro istituito dal ministero della Giustizia, prevedere che lo statuto delle stesse identifichi in modo preciso l’attività professionale a cui l’associazione si riferisce”. Obiettivo di Assoprofessioni, rendere il tavolo ministeriale per le piattaforme comuni effettivamente rappresentativo delle singole professioni per le quali occorrerà stabilire eventuali sistemi di mutuo riconoscimento laddove ci sia necessità di colmare eventuali carenze formative. A proposito invece della riforma delle professioni, Falcone segnala tre punti soffermandosi su attività riservate, riduzione dei tempi di attuazione di eventuali regolamenti, e percorso di studi alternativo alla laurea triennale. “È opportuno – riferisce il segretario generale di Assoprofessioni – prevedere l’assoluta impossibilità di conferire nuove riserve che non siano giustificate da esigenze di tutela di diritti costituzionalmente garantiti o che non riflettano criteri di proporzionalità rispetto al limite dell’esercizio di un’attività professionale. È inoltre necessario ridurre i tempi di emanazione di eventuali regolamenti, al fine di riconoscere più rapidamente le nuove professioni soprattutto in relazione alle norme di recepimento della direttiva Qualifiche in Italia e della possibilità prevista dalla legge 243/2004 di accorpare tra loro enti previdenziali di professioni affini evitando la costituzione di nuove casse pensionistiche. E – conclude Falcone – si potrebbe infine prevedere per le nuove professioni in alternativa alla laurea triennale un percorso formativo certificato assimilabile a tale titolo di studio in conformità alle direttive europee”.