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l'opinione

Cure termali tra natura, farmacologia e tradizione

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di Emanuele Bonini

Cure termali globalizzate ed integrate, attraverso una uniformità dei trattamenti terapeutici in Occidente come in Oriente e un connubio tra natura, farmacologia e tradizione. Questo l’obiettivo che la federazione mondiale di idroterapia e climatoterapia (Femtec) si propone per il futuro, e che inizierà ad essere discusso nel sessantesimo congresso mondiale di idroterapia e climatoterapia in programma a Cervia (Ravenna) dal 7 al 10 ottobre prossimi. L’appuntamento romagnolo sarà il momento per rilanciare l’attività medica termale a livello globale e stabilire le strategie per una medicina termale sempre più universale. “Il nostro obiettivo - come spiega a Mp Umberto Solimene, segretario generale della Femtec e direttore del Centro di Ricerche in Bioclimatologia Medica, Biotecnologie e Medicine Naturali dell'università degli studi di Milano - è raggiungere una perfetta integrazione tra la medicina termale e altre deforme di medicina tradizionali, come possono essere quelle cinesi o giapponesi. Non a caso il titolo del convegno è ‘East and West in Cervia’, perché se in Occidente la medicina naturale si è sviluppata e consolidata nel corso dei secoli, in oriente gli studi scientifici e terapeutici delle acque e del clima non sono stati sviluppati a sufficienza. Noi vogliamo proprio fare in modo che ci sia una globalizzazione delle cure termali integrate. Riteniamo infatti – prosegue il professor Solimene – che la stazione termale possa essere luogo per tutta una serie di trattamenti che utilizzano diverse modalità di cura, tutte sorretta da basi scientifiche”. Per rendere la medicina termale più globale occorrerà dare impulso alla ricerca, e per quanto concerne quest’aspetto la Femtec si presenterà a Cervia con l’intento di assumersi il ruolo di coordinare la sperimentazione ad ogni suo livello. “La ricerca – precisa il professor Solimene – poggia su basi regionali e locali, e a livello nazionale ognuno ha la propria realtà: ad esempio in Francia c’è l’Istituto nazionale di termalismo, mentre da noi c’è una maggiore attenzione per la caratterizzazione biochimica del luogo di cure, vale a dire uno studio del clima per capirne gli affetti curativi e terapeutici. La Femtec pertanto promuove il coordinamento della ricerca sui vari livelli, e vuole farsi carico di raccordarla nel suo insieme. Teniamo presente, inoltre, che la Femtec è l’unica organizzazione non governativa riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità ad a basarsi su metodi naturali, mentre tutti gli altri soggetti con cui l’Oms ha anche fare sono associazioni farmacologiche. E noi della Femtec vorremmo essere un punto di raccordo tra medicina naturale e farmacologia, fra tradizione occidentale e tradizione orientale”. La tre giorni di lavoro verrà inaugurata con il discorso del presidente della federazione, Nikolay Storozhenko, che illustrerà i risultati raggiunti nell’arco di tanti anni di attività e introdurrà le sessioni di lavoro del congresso, nel corso del quale si affronterà anche il tema del cambiamento del clima. “La globalizzazione – sottolinea il professor Solimene – non può non tenere conto del mutamento in atto. La nostra non è né una posizione minimizzante né allarmista: è in atto un cambiamento e si tratta di studiarlo e monitorarlo nel complesso e valutarlo. Ovviamente noi, per motivi medici e curativi, dobbiamo prestare attenzione al cambiamento in atto”. Da Cervia, insomma, la Femtec intende lanciare un nuovo messaggio di medicina e terapia: quello di una “globalizzazione della cura termale integrata” che tenga conto di paziente, trattamento e natura. Con un occhio puntato su una universalità della scienza medica termale e un altro sul clima.
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