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l'opinione

Tavolo permanente con medici e professioni sanitarie

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Lo propongono le associazioni mediche

Un tavolo permanente di confronto che veda seduti insieme i medici e i rappresentanti delle professioni sanitarie (a partire dagli infermieri), un monitoraggio costante delle esperienze di buona collaborazione interprofessionale già esistenti nel Servizio sanitario nazionale, e una società scientifica che realizzi una rivista interprofessionale. Sono le proposte avanzate dall'Anaao Assomed, l'associazione dei medici dirigenti, per “superare le diffidenze e le competizioni tra i vari professionisti che operano nel mondo della sanità, attraverso “un coordinamento definito delle autonomie professionali per il passaggio da un paradigma competitivo a un paradigma collaborativo”. Di questi temi si è parlato nel convegno “Il medico e le professioni sanitarie, collaborazione o competizione?”, alla presenza del ministro della Salute Livia Turco e di numerosi protagonisti del settore. “I conflitti tra le corporazioni professionali della salute - ha scandito Carlo Lusenti, segretario Anaao - si giocano sui letti dei malati. È il momento di erigere ponti, per relazioni professionali nuove e originali”. “Non vogliamo la prescrizione, né ledere l'autonomia di diagnosi e di terapia del medico - ha rassicurato Annalisa Silvestro, presidente dell'Ipasvi (infermieri professionali) - ma auspichiamo che alcuni processi di assistenza e presa in carico della persona siano riconosciuti come tipicità delle prestazioni infermieristiche. Bisogna riconoscersi reciprocamente - ha ribadito - senza primazie”. Gli infermieri si siederanno al tavolo, ha annunciato Sivestro, anche per appianare le disuguaglianze: “Dovremo capire - ha attaccato - come mai da una parte ci sono tutti i dirigenti, e dall'altra, la nostra, neanche uno”. Il sistema nel suo complesso, senza una stretta collaborazione tra medici e professioni sanitarie, “è destinato a morire”, secondo il segretario della federazione dei medici di famiglia (Fimmg) Giacomo Milillo. Non a caso già esiste ed è proficuo il rapporto tra medici di famiglia e infermieri: “anzi, ne abbiamo sempre più bisogno, e ci lamentiamo perché sono pochi”. Semmai, ha avvertito Milillo, il problema nasce da “i residui militaristi e verticisti del sistema, che ha una struttura gerarchica troppo forte, in cui il frustrato si rifà sul più debole”. Infine, il placet alle proposte dell'Anaao è giunto dalla stessa Livia Turco "Collaborazione anziché competizione - ha sottolineato Turco - è il modo per misurarci con un bisogno di salute che va ridefinito, che è più complesso, e ci fa cogliere i vuoti e le incoerenze nell'attuale sistema di tutela. Questo richiede un'assunzione di responsabilità, bisogna discutere in modo esplicito su chi fa cosa, e riconoscere competenze”. Il che non vuol dire pero', ha chiarito il ministro, 'creare nuove professioni sanitarie, la cui proliferazione non porta necessariamente a un miglioramento nella qualità delle cure. Ripartiamo - ha concluso - dal bisogno di assistenza dei cittadini, dai problemi della continuità assistenziale e della presa in carico”.
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