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L'Ordine dei medici di Roma contro la prescrizione delle analisi da parte delle ostetriche

L'Ordine dei medici di Roma è contrario alla prescrizione delle analisi da parte delle ostetriche per le donne in gravidanza. Una facoltà concessa dallo schema di decreto legislativo, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, che recepisce la direttiva europea per il riconoscimento delle qualifiche professionali. "Se avevamo dubbi sul fatto che il Governo programmava da tempo un vero esproprio delle competenze dei medici, ora con questo decreto legislativo non ne abbiamo più', ha commentato Mario Falconi, presidente dei medici romani, che ha convocato un Consiglio straordinario dell'Ordine, martedì 30 ottobre, per esaminare la questione e prendere “le opportune decisioni in merito”. Il provvedimento è un' insensatezza dal punto di vista sanitario - spiega Falconi in un comunicato - e un ulteriore svilimento della nostra categoria, già assediata da ingerenze politiche che contribuiscono a creare disorientamento e sfiducia da parte dei cittadini”. Il ministro Turco, avverte Falconi "sappia che siamo in pieno disaccordo con questa linea politica tendente ad avallare di fatto intrusioni inappropriate di vari profili professionali non medici nella nostra area di competenza". Il Dl recepisce la Direttiva europea n.36 del 2005, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali e, su proposta del ministro della Salute, ha introdotto in Italia la facoltà per le ostetriche di prescrivere esami alle puerpere, con l'intento, secondo il ministro della Salute, "di incrementare il livello di qualità, la sicurezza e l'umanizzazione del percorso nascita". Per Falconi, invece, con questo provvedimento si torna indietro e si abbassa il livello di tutela per le donne in gravidanza. "Oggi chi aspetta un figlio può contare su una vasta serie di esami già programmati e gratuiti che danno la massima garanzia. Soprattutto attualmente viene seguita dal medico di famiglia e dagli specialisti in ostetricia e ginecologia che conoscono a fondo la sua storia clinica e, insieme, possono prescrivere e interpretare al meglio i risultati delle varie analisi, accorgendosi tempestivamente di eventuali gravidanze a rischio. Le donne in gravidanza hanno oggi in Italia un'assistenza tra le più qualificate del mondo." Cosa significa- chiede Falconi - quando la Turco sottolinea che affidare tutto ciò alle ostetriche porterà più qualità, sicurezza e umanizzazione? I medici di famiglia e gli specialisti in ostetricia e ginecologia sono oggi poco affidabili?". L'Ordine di Roma si chiede, inoltre, quali saranno le ostetriche che potranno avvalersi di questa facoltà: se quelle in possesso di laurea breve in professioni sanitarie, o anche quelle che ne sono sprovviste. "Il Governo - conclude Falconi - con questo Decreto di fatto le ha laureate tutte in medicina. Non si può recepire una Direttiva Comunitaria calandola dall'alto così come è, senza armonizzarla con la realtà e le specificità del nostro Paese". Della stessa idea Domenico Di Virgilio, capogruppo di Forza Italia alla commissione Affari sociali della Camera e responsabile nazionale del dipartimento sanità del partito. "È inaudito e offensivo per tutti i medici quanto proposto dal ministro della Salute Livia Turco nel recepire la direttiva europea 36 del 2005 che introduce in Italia la facoltà per le ostetriche di prescrivere esami clinici alle puerpere – ha detto Di Virgilio - Si rende conto il ministro Turco che questo provvedimento abbassa il livello di tutela per le donne in gravidanza che oggi possono contare su un'assistenza eccellente e qualificata da parte dei medici di famiglia e dei medici specialisti in ostetricia e ginecologia? Questa assurda ed illegale estensione delle competenze ad operatori sanitari, rispettabili e qualificati, ma che non hanno la laurea in medicina, - conclude Di Virgilio - suona come un campanello d'allarme insieme ad altri provvedimenti che vanno a svilire il ruolo del medico e creano sfiducia nei cittadini".
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