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l'opinione

Qualifiche: nessun eccesso di delega

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di Emanuele Bonini

Nessun eccesso di delega, ma soltanto un’agevolazione alla circolazione dei servizi professionali. Così il segretario generale di Assoprofessioni e presidente nazionale della Lapet, Roberto Falcone, riassume la direttiva comunitaria in materia di riforma delle professioni recepita dal Consiglio dei ministri. Parole chiare e chiarificanti, rivolte a chi accusa di voler dare adito, con il recepimento da parte del governo, a riconoscimenti surrettizi di professioni regolamentate. “Per quanto riguarda il riconoscimento della associazioni non c’è assolutamente un eccesso di delega – sostiene Falcone - perché l’obiettivo principale della direttiva qualifiche è quello di favorire la mobilità dei servizi professionali nell’ambito del territorio comunitario”. Intervenendo all’assemblea generale di AssoProfessioni e delle associazioni ad essa aderenti, Falcone ricorda che “con il consiglio di Lisbona, la Commissione Europea si accorse che in effetti c’era una forte ostacolo alla mobilità di servizi. La Comunità europea nasce per dare libertà di circolazione di persone, beni e servizi. Ora, nell’ambito della circolazione di beni e persone si è raggiunto un certo equilibrio. Viceversa, c’era una forte ostacolo alla mobilità dei servizi. A detta del consiglio di Lisbona – prosegue - questo ostacolo era determinato dal fatto che ogni Paese membro ha una sua regolamentazione, e ciò non permetteva e non facilitava il transito sia per le categorie regolamentate che per quelle non regolamentate. Va detto che questo avveniva perché in Europa la stragrande maggioranza delle professioni sono non regolamentate. Quindi – puntualizza il segretario generale di Assoprofessioni - quando si dice che la direttiva qualifiche va solo all’indirizzo delle professioni regolamentate si dice una grossa bugia. Non avrebbe avuto senso che la Commissione Europea e il Consiglio Europea si muovessero per una direttiva che nasceva già monca che riguardando una parte minoritaria del territorio comunitario. Per cui è risibile un atteggiamento di questo genere. Semmai –riconosce - si può discutere sulla questione del rilascio dell’attestato di competenza, ma su questo occorre anche dire che nel recepimento delle direttive comunitarie il decreto di recepimento può anche subire delle modifiche dovute all’adattamento della norma europea rispetto alla realtà esistente sul territorio, e questo è statuito nel trattato istitutivo dell’Europa. Alcune volte si confondono anche i termini della legislazione nazionale come quelli della legislazione sovranazionale”. Falcone poi riconosce i meriti di Assoprofessioni nell’ok di Palazzo Chigi al riassetto delle qualifiche, ringraziano il ministro per le Politiche Comunitarie, Emma Bonino, e boccianod invece il titolare del dicastero della Giustizia, Clemente Mastella. “Per la direttiva qualifiche noi ci siamo mossi fin troppo bene” afferma. “Fino alla sera precedente al venerdi siamo stati in contatto con il dipartimento delle Politiche Comunitarie perché era in corso il Consiglio dei ministri e ci venivano chieste le nostre osservazioni per smussare alcuni angoli su certe questioni ancora ostiche. Sapete bene tutti com’è andato quel Cdm”,ricorda Falcone. “Alle cinque il ministro della Giustizia Clemente Mastella, meno male, se n’è andato. In quella sede la vera lotta è stata quella tra lo stesso Mastella ed il ministro per le politiche Comunitarie Emma Bonino, e devo dire: meno male che c’era il ministro Bonino, perché come persona competente e con vedute molto europeiste ha sostenuto questa battaglia delle associazioni, e l’ha fatto perché sapeva benissimo di cosa si stava parlando, mentre il ministro Mastella parlava senza conoscere bene la materia”.

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