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l'opinione

Ok al riconoscimento delle associazioni, ma ora tocca alle nuove professioni

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Assoprofessioni al Cnel sul dlgs Qualifiche

Giorgio Berloffa e Roberto Falcone, presidente e segretario generale della confederazione delle associazioni delle professioni non regolamentate, lo hanno chiesto nel corso della riunione del Gruppo di Lavoro sulle libere professioni e i servizi innovativi, convocata presso la II Commissione del Consiglio nazionale dell’Economia e del lavoro, a Roma, per analizzare l’impatto del nuovo decreto legislativo che recepisce la direttiva comunitaria sul reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali, sull’iter parlamentare di riforma delle professioni. “Dopo una disamina generale del testo del dlgs Qualifiche – commenta Falcone – l’attenzione si è focalizzata in principal modo sul comma 4 dell’articolo 26, che associa al riconoscimento delle associazioni il parere del Cnel, il cui ruolo di ente di monitoraggio del mondo delle professioni a 360 gradi, svolto finora, viene di fatto degnamente riconosciuto. Adesso però bisognerà capire, una volta che il provvedimento riceverà la firma del capo dello Stato e sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, se si tratta di un parere da rilasciare ai sensi della legge 241 del 1990 o se sarà un’effettiva istruttoria, le cui modalità saranno tutte da chiarire. In ogni caso – prosegue il segretario generale di Assoprofessioni – come confederazione delle associazioni delle professioni non regolamentate, abbiamo richiesto che i criteri presi in considerazione per il riconoscimento delle associazioni siano realmente oggettivi e basati sulla rappresentatività delle stesse organizzazioni. Requisiti che tutte le aderenti ad Assoprofessioni in effetti possiedono e di cui il Cnel ha dimostrato piena consapevolezza negli ultimi anni, coinvolgendo in ogni contesto la nostra confederazione”. Intanto è chiaro che il riconoscimento non inciderà affatto sull’esercizio dell’attività professionale degli iscritti agli ordini e che anzi quella intrapresa, ovvero la legittimazione prioritaria delle associazioni e poi di riflesso delle professioni rappresentate dalle stesse, è la strada più controversa e difficoltosa. “Oltretutto – spiega Roberto Falcone – proprio nel corso dell’incontro un dirigente dell’Istat ha fatto esplicito riferimento ad un’indagine statistica condotta dall’Istituto mirata a dimostrare che la problematica del riconoscimento è un’esclusiva italiana. Sarebbe dunque anche secondo l’Istat prioritario riconoscere le professioni, come accade nel resto d’Europa, dove le stesse sono annoverate in elenchi, liste o repertori. L’auspicio, e quindi la richiesta di Assoprofessioni, è che adesso il riconoscimento delle nuove professioni trovi spazio nella riforma visto che tuttora solo in Italia non esiste un repertorio ufficiale delle stesse”.
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