Sulla portabilità dei mutui bisogna avere i piedi per terra
di Giancarlo Laurini
Ho letto con attenzione e, non nascondo con una certa meraviglia la polemica sull'onerosità delle operazioni di portabilità del mutuo e sui limiti di applicabilità o di esecuzione del decreto Bersani. Capisco l'intento delle organizzazioni dei consumatori di realizzare in concreto la portabilità dei mutui senza alcun onere, ma non possiamo nasconderci che fino a prova contraria siamo sempre in un regime di libero mercato, nel quale ciascuno offre la propria prestazione alle condizioni che ritiene nell'ambito della libera contrattazione ( e concorrenza...). Come si può imporre ad una banca di sostituirsi ad altra per offrire al cliente condizioni migliori di quelle precedentemente ottenute, imponendole in più di pagarsi le spese connesse agli accertamenti ipocatastali che riterrà del caso? Penso, in tutta sincerità, che sia giunto il momento per tutti di riflettere seriamente su ciò che si vorrebbe realizzare e ciò che invece, secondo la legislazione e sopratutto secondo le ineludibili regole del mercato, si può realizzare. In termini più chiari, possiamo stabilire tutte le regole che vogliamo per la "compressione dei costi", ma finché esistono regole di mercato che ci impediscono di imporre a qualcuno di dare una certa prestazione a certe condizioni, ogni discussione lascia il tempo che trova e prevarrà sempre la rigida regola del mercato, in base alla quale non si può imporre a nessuno di offrire una prestazione gratuitamente che significherebbe, come diceva Friedman "sedersi a pranzo gratis”? Siamo nel mercato o in un’ economia dirigistica, più o meno vetero collettivista? Se saremo capaci tutti di avere i piedi per terra, riusciremo a rendere un servizio alla collettività e soprattutto ai cittadini più deboli.