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COMMERCIALISTI E RAGIONIERI DICONO SI ALLA RIFORMA DELLE PROFESSIONI

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Commercialisti e ragionieri dicono si alla riforma delle professioni. “Sì ad una riforma delle professioni basata su un assetto duale Ordini-Associazioni, ma solo a patto che tutto ciò non comporti sovrapposizioni con le competenze di professioni già oggi esistenti. Se questo dovesse avvenire e se si procedesse all'eliminazione di ogni sostanziale differenza tra Ordini e Associazioni daremo battaglia in tutte le sedi competenti”.  Lo affermano in una nota congiunta i Consigli nazionali dei Dottori commercialisti e dei Ragionieri al termine dell'audizione svoltasi presso il Ministero della Giustizia con il sottosegretario Luigi Li Gotti. “Si è trattato - affermano Mario Damiani, presidente del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e Francesco Distefano, vicepresidente del Consiglio nazionale dei Ragionieri - di un incontro franco e cordiale. Nel ribadire la nostra profonda convinzione che un riforma delle professioni sia urgente, abbiamo però sottolineato come sarebbe altamente lesivo degli interessi dei consumatori/clienti l'equiparazione tra le Associazione e gli Ordini. Chi garantirebbe in tal caso sulla qualità delle prestazioni, sul rispetto di norme deontologiche, sulla formazione professionale delle Associazioni? Non vorremmo, inoltre, che l'introduzione del sistema duale con sovrapposizioni si traducesse in uno strumento per violare l'obbligo dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio professionale, previsto dall'articolo 33 della Costituzione.  Non abbiamo paura della competizione nell'ampio mercato delle prestazioni professionali - prosegue la nota - ma essa può avvenire solo a parità di condizioni. Anche in questo senso non sarebbe ammissibile un riconoscimento tout court di Associazioni prive di autoregolamentazione vigilata".  Nel corso dell'incontro con il sottosegretario Li Gotti, Dottori e Ragionieri commercialisti si sono detti favorevoli all'introduzione obbligatoria della responsabilità civile professionale per gli iscritti all'Ordine e a forme di remunerazione per i giovani praticanti, per i quali potrebbe essere prevista anche la gratuità della formazione obbligatoria negli anni del tirocinio. Sì dei due Consigli anche all'introduzione di forme di terzietà per le commissioni disciplinari attraverso una differenziazione tra organi giurisdizionali e organi di indirizzo politico".

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